Regia di Augusto Genina vedi scheda film
Maddalena è una prostituta infuriata con la Madonna, cui attribuisce le colpe per la morte invero accidentale di sua figlia. Questa fissazione la porta a interpretare proprio la Vergine nella festa popolare di un paesino, finendo perfino - per un equivoco - per essere scambiata per una sorta di medium, in dialogo diretto con la Madonna. Quando la verità sulla sua origine viene scoperta, però, Maddalena viene pubblicamente linciata.
Tratto dal testo teatrale Servant of god di Madeleine Masson de Belavalle con una sceneggiatura di Augusto Genina, Carlo Alianello, Carlo De Stefani e Giorgio Prosperi e la collaborazione ai dialoghi di Pierre Bost, Maddalena è uno dei pochi - si contano sulle punte delle dita di una mano - titoli licenziati da Genina nel dopoguerra. Regista prolifico nell'epoca del muto, popolare nei contenuti e piuttosto attivo anche durante l'epoca fascista, il Nostro (classe 1892) riesce alla sua penultima opera a girare uno dei suoi film senza dubbio migliori, una parabola - nel senso evangelico del termine - di ascesa e decadenza vissuta sulla pelle da una peccatrice pentita, capace di svelare con la sua sofferenza la malvagità d'animo insita nell'uomo, anche nel credente apparentemente più onesto. Siamo tutti peccatori è la susseguente morale, pentiamoci finchè siamo in tempo: una pellicola che più cristiana non si potrebbe, il cui titolo è d'altronde un evidente riferimento biblico, ma allo stesso tempo trattasi di una storia facilmente comprensibile e spendibile anche al di fuori del contesto prettamente religioso. Fra gli interpreti la svedese Marta Toren, Jacques Sernas, Gino Cervi, Folco Lulli, Charles Vanel e Bianca Doria; la fotografia è di Claude Renoir, nipote di Jean. Coproduzione italo-francese, invitato a Cannes, il film non otterrà alcun riconoscimento. 4,5/10.
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