Regia di Walerian Borowczyk vedi scheda film
Nel 1981 Walerian Borowczyk era ancora Borowczyk: un autore dall'immaginario unico, incompreso e sciaguratamente maltrattato dai produttori e dai distributori che lo mettevano alle strette (i primi) o gli stravolgevano arbitrariamente e inconcepibilmente il montaggio (i secondi), o ancora si lamentavano che i suoi film erano troppo erotici (censurandolo) o troppo poco (inserendo materia più esplicita). Atteggiamenti assurdi e stupidi.
Nel profondo del delirio (Dr. Jekyll et les femmes) subì anch'esso alcune varianti di montaggio nella versione italiana (ma per fortuna solo questo, pare). Realizzato tra Hyper Auto Erotic Art - Hayashi (documentario irreperibile - speriamo solo al momento - sul pittore Yoshifumi Hayashi del 1980 - ricordo che WB era lui stesso un interessante pittore) e Ars Amandi - L'arte di amare (poco riuscito adattamento da Ovidio) del 1983, il film dà occasione al regista di rielaborare il nucleo del romanzo di Stevenson introducendo la figura della moglie dello scrittore, Fanny Osbourne (interpretata dalla Musa degli ultimi anni di Boro: Marina Pierro). Realtà e mondo fittizio si intersecano nella cornice allucinata di un castello vicino Parigi (nel film siamo però in una Londra scheletrica, malsana e cupissima), fotografato tra la nebbia e negli scorci dei suoi corridoi, dei contrasti tra ombre e luci sporche, similmente all'impostazione usata in Storia di un peccato.
Domina la claustrofobia della pressoché fedele unità di tempo, luogo e azione, mentre nella casa del Dottor Jekyll (Udo Kier, attore cult) si susseguono orribili delitti a sfondo sessuale e sadico commessi da un assassino spietato dal membro, dice un medico, di 6 cm di diametro per 35 cm di lunghezza (sarà un rimando ai falli equini nel prologo de La bestia?). Ovviamente si rivelerà essere Mr. Hyde (Gérard Zalcberg), la materializzazione libera delle pulsioni oscure di Jekyll, che violenta e uccide senza distinzione di sesso.
La moglie spia il marito mentre fa il bagno nella pozione di color sanguigno (il voyeurismo è tema fondante dei film di Boro), un bagno angoscioso tra l'orribile e il sensuale. Lei imiterà e seguirà il marito trasformandosi a sua volta, in un finale di folle perdizione e amplessi vampireschi.
E' forse il film più violento e malato di WB, una sintesi di erotismo, horror e richiami argentiani (i guanti neri di Hyde) di attraente disperazione e disgusto, dove "la caduta della casa Jekyll è narrata con un piglio tra Poe e Bunuel, in una successione di dettagli significanti e sberleffi sarcastici" (Tullio Kezich, tra i primi estimatori del regista polacco), e dove si respira il ricordo dell'oggettistica dei primi cortometraggi (tra cui la distruzione diabolica di una riproduzione di un Vermeer, oltraggio all'arte, anche in senso quasi autolesionistico).
Aspettiamo una edizione italiana in dvd, non dimenticando Blanche, un amore proibito (1971) e Lulù (1980). 8 1/2
Eccellente la musica elettronica di Bernard Parmegiani, agghiacciante e dai sottili movimenti inquieti, densa e insinuante come la nebbia.
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