Regia di Jonas Åkerlund vedi scheda film
Autentico gioiellino neo-pulp, ha il solo non irrilevante demerito d'esser uscito due anni dopo "Requiem for a dream", del quale riprende più d'uno spunto visivo e narrativo (l'allargamento velocizzato della pupilla a seguito dell'assunzione di droghe è, in questo senso, davvero al limite del plagio). Ma rispetto ad Aronofski questo Jonas Akerlund mostra di prendersi assai meno sul serio, esorcizzando la valenza tragica della tossicodipendenza quale (non)scelta 'di vita' attraverso soluzioni narrative e scenografiche che più trash non si può, caratterizzazioni dei personaggi al limite del fumetto ed ampie e godibilissime dosi d'ironia cinica e smitizzante. Non mancano alcune concessioni alla crudezza, ma il risultato complessivo è piacevolmente anarchico, variopinto e permeato d'una anacronistica vena stilistica 'beat', visionaria e lisergica. Cast realmente straordinario, all'interno del quale svetta un Rourke gigantesco (in ogni senso) nel ruolo d'un loser memorabile, saggio ed autodistruttivo, romantico e disilluso, umanamente disgustoso eppure sinceramente adorabile. E' grande cinema d'intrattenimento, 'indipendente' ma per davvero, e che, grazie al cielo, fa a meno dei vezzi wesandersoniani, del rigor mortis dei vari Bill Murray, così tanto di moda, e dell'ossessione per un lavoro di sottrazione che è ormai, troppo spesso, null'altro che snobistico clichè.
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