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L'argent

Regia di Marcel L'Herbier vedi scheda film

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La recensione su L'argent

di sasso67
8 stelle

L'Herbier, pur essendo un uomo di formazione giuridica, fu un cineasta sperimentatore, uno che lasciò il segno, soprattutto nel cinema muto. Lo dimostra anche in questa trasposizione filmica di un romanzo di Zola, facente parte dei Rougon-Macquart, il ciclo narrativo teso a stigmatizzare la corruzione dei costumi e l'ingiustizia sociale della Francia del secondo impero. Nel film si dice più volte che il denaro è un buon servitore, ma un cattivo padrone e Saccard, l'avido speculatore protagonista della pellicola, ne è schiavo fin dall'inizio. Con la sua Banca Universale, sfrutta un aviatore per trovare il petrolio in Guyana, poi s'innamora della moglie di quello, vede fallire le sue speculazioni e finisce in galera (certe cose possono accadere soltanto nei romanzi!), dove medita nuove rivincite speculatorie. Con qualche eccesso melodrammatico, figlio dei tempi, L'Herbier ci dà un grande film, in tutti i sensi, con più di due ore di durata e una miriade di comparse a popolare il gigantesco edificio della Borsa parigina. Né risparmia sui movimenti di macchina, davvero geniali ed innovativi per l'epoca: carrelli avanti e indietro, macchina a mano e una sorta di gru a spirale che volteggia ed incombe sugli operatori di borsa. Interessante, sia per la materia narrata (sembra di essere in Wall Street di Oliver Stone) che per la tecnica realizzativa.

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