Regia di Shinya Tsukamoto vedi scheda film
Un film grottesco che si trova curiosamente “bloccato” tra il vecchio e il nuovo. Da un lato la classica suggestione teatrale, dall’altro il raptus videoinstallativo. Di grande angoscia e immediatezza, è intensificato delle performance attoriali e dal desiderio di Tsukamoto di amalgamare l’incubo -quasi body horror- del doppio alla critica sociale. Ipnotico il tappeto sonoro di Ishikawa.
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