Regia di King Vidor vedi scheda film
Affascinante connubio vidoriano tra passione ideologica e carnale, tra arte del montaggio, della luce e della struttura architettonica in movimento per immagini, arte della costruzione materiale, salda alla concretezza e svettante nel mondo delle idee pure e arte delle vibrazioni fisiche e interiori, degli incastri numerici base di architetture sonore (curate da Max Steiner). Una storia di respiro etico venata di una sorta di amore folle, tra uomo e donna e tra essere umano e i propri ideali, la propria individualità non votata all'egoismo, ma al progresso e contro gli ostacoli di una concezione castrante e paludata della collettività, del potere manipolato, articolata da figure emblematicamente forgiate e volutamente ben distinguibili moralmente, sbalzata in un montaggio teso e scenografie magniloquenti, finanche letteralmente vertiginose.
Un messaggio universale forse a rischio di schematismo ma di retorica genuina e non eccessiva, metafora della stessa situazione all'interno dell'apparato hollywoodiano, valido ancora oggi e ancora in futuro per tutti gli àmbiti. Lo trasmettessero più spesso non sarebbe tanto male. 8
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