Regia di Mario Costa vedi scheda film
Per ricostruire una chiesa inglese distrutta dai bombardamenti tedeschi durante la guerra appena conclusa, un prete chiede aiuto a un giornalista pieno di inventiva. Questi pensa bene di organizzare un concertone di musica lirica con quattro cantanti italiani molto quotati, ma l'unico disponibile a finanziare l'evento è uno strozzino che naturalmente metterà nei guai il giornalista e la sua opera pia.
Follie per l'opera è un valido esempio di cinema realizzato con quattro soldi, una sola idea e pochissimi effetti speciali, consistenti essenzialmente nella partecipazione in veste di attori-cantanti di alcuni divi contemporanei dall'ugola dorata: il tenore Beniamino Gigli, la soprano Maria Caniglia, il baritono Tito Gobbi e Tito Schipa, tenore anch'egli. Nonostante le quattro firme (e il loro peso artistico, specie alla luce delle future carriere) sulla sceneggiatura, che vede impressi i nomi di Mario Monicelli, Steno, Giovanna Soria e del regista Mario Costa, la pellicola non può vantare una trama particolarmente brillante o originale; quantomeno il ritmo è piacevole e la messa in scena non difetta, anche grazie al competente Costa, noto melomane. Tra gli altri interpreti del cast si possono citare Gino Bechi, Carlo Campanini, una giovane Gina Lollobrigida, Aldo Silvani, Franca Marzi, Aroldo Tieri, Luigi Almirante e Constance Dowling; in una particina compare anche l'appena diciottenne Silvana Mangano, non accreditata. Tanti i siparietti musicali, come a questo punto risulterà evidente, che interrompono di continuo la storia – ma tanto essa è pretestuosa, che allo spettatore poco importa. 3,5/10.
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