Regia di Tim Burton vedi scheda film
Secondo cortometraggio di Tim Burton targato Disney, che nonostante una sceneggiatura semplice e forse un po' dilettantesca, si rivela ipnotico e coinvolgente, con un nonsoché di magico e poetico.
La storia enfatizza il punto di vista di Victor, un bambino solitario ed emarginato, che ha uno strano rapporto con la vita e con la società – una tipologia di soggetto, questo, in cui il regista probabilmente si rispecchia e che ritroveremo spesso nei suoi film.
Victor ha come migliore amico un cane di nome Sparky, che in realtà, è tutto il suo mondo. Senza di lui si sente perso, tant’è che ogni volta in cui muore per un incidente, lo resuscita grazie all'aiuto di alcune scariche elettriche. Continuerà ad amarlo senza riserve anche quando perderà il suo gradevole aspetto esteriore.
Ovvio tributo alla nota storia di Frankenstein, con il suo bilanciato mix di malinconia e fantasy dark si rivela un filmetto nel complesso gradevole.
L’uso del bianco e nero lo rende suggestivo e immortale nonostante la sua annosità.
Benché sia stato bistrattato dalla Disney e dal pubblico all’epoca della sua uscita, oggigiorno è divenuto una chicca irresistibile per i fans di Tim Burton.
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