Regia di Paolo Taviani, Vittorio Taviani vedi scheda film
Ho visto questo film all'età di 19 anni e sicuramente questo avrà influito sul mio giudizio, perchè al tempo sembrava parlasse alla mia generazione. Dopo averlo visto, ricordo di aver avuto la necessità di rivederlo nei giorni a seguire. A mio avviso rappresenta un film non compreso, forse a causa della forte "contemporaneità" dei significati politici di cui il film è intriso, quasi stridente con i valori senza tempo che tutta l'ambientazione suggeriva. La fine degli anni'70, il tramonto dell'illusione sessantottina, la disperante ricerca di un significato politico alla società italina che, nonostante le premesse, non cambiava; tutto questo ha sicuramente appesantito il giudizio dei contemporanei che hanno considerato "il prato" un film decadente e quasi presuntuoso. Invece a me è sembrato allora e ancora adesso, (controcorrente) che questo film sia un'opera struggente, malinconica e bellissima. I tre coprotagonisti interpretano tre diversi approcci alla "visione del mondo" dei giovani del tempo: Giovanni, il neo magistrato, disilluso che cerca nella sua professione una motivazione alla propria esistenza, Eugenia, l'antropologa che lavora al Comune, sognatrice e "pulita" che, attraverso l'animazione teatrale per i bambini, ricerca un registro di comunicazione ed infine Enzo, il perito agrario, sognatore ed illuso, il più fragile ideologicamente ma il più forte umanamente. Tutto ciò nell'atmosfera quasi irreale di San Gimignano con le musiche avvolgenti di Morricone e la bellissima fotografia della campagna Senese. Il rapporto d'amore a tre è vissuto con febbrile disperazione e fa da cornice e pretesto alla storia e non si possono ignorare alcune "chicche" che, a distanza di tempo, hanno un fascino ancora maggiore come ad esempio la storia che Giovanni racconta ad Eugenia ammalata per tenergli compagnia, rappresentazione utopistica del "pifferaio magico" che conduce i giovani verso un futuro più giusto o l'espressione innamorata di Giovanni che, alla domanda di Eugenia sul perchè lui tremi gli risponde "tremo perchè ti amo". E' un film da rivedere con attenzione e disincanto.
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