Regia di David Lean vedi scheda film
Tratto da una commedia di Harold Brighouse, "Hobson il tiranno" è un film piuttosto atipico per David Lean, sia per la sua struttura teatrale che contrasta con quella dei kolossal girati negli anni successivi, sia perché è uno dei pochi suoi tentativi nel genere della commedia leggera con sfumature romantiche (decisamente migliore rispetto al "Tempo d'estate" realizzato l'anno successivo a Venezia). Un calzolaio di nome Hobson, in una cittadina del Lancashire, si rifiuta di dare la dote alle figlie per permettere il loro matrimonio, finché la figlia maggiore Maggie elabora un piano per sconfiggere la sua ostinazione e la sua avarizia. È un film dalle tinte femministe, pur senza eccedere, che tesse un elogio dell'intelligenza e dell'intraprendenza della donna e mostra anche quanto siano insensati i pregiudizi di classe poiché Maggie sceglie come possibile marito William Mossup, un timido e modesto operaio che lavora nel negozio del padre. Il film si regge sulla bravura degli attori- in particolare Charles Laughton, qui in un ruolo davvero confezionato su misura per lui, ma anche Brenda De Banzie e John Mills sono perfetti nelle rispettive parti- e su una regia che riesce a conferire uno status cinematografico alla piece d'origine con un accorto lavoro sulla costruzione dell'immagine e sul ritmo. Laughton è davvero spettacolare nel rendere la petulanza e l'autoritarismo di Hobson e andrebbe ascoltato nella versione originale, che però non ho visto. Non all'altezza di Breve incontro e degli adattamenti dickensiani, ma sempre da gustare come esempio di un cinema britannico di qualità.
Voto 8/10
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