Regia di Claude Goretta vedi scheda film
Un'inchiesta in Svizzera sulla fame nel mondo porta casualmente un giornalista italiano a scoprire che la morte in apparenza accidentale di un connazionale, Mario Ricci, passata in fretta nel dimenticatoio, cela in realtà qualche cosa di inquietante.
Con questa interpretazione Gian Maria Volontè vinse a Cannes: eppure Morte di Mario Ricci non è ricordato fra i suoi film migliori o più intensi, anzi: è probabilmente uno dei meno noti della sua carriera. Non che sia un brutto lavoro: lo svizzero Claude Goretta mette in scena un dramma chirurgico, in punta di piedi (le musiche di Arie Dzierlatka sono piuttosto rarefatte, predomina spesso il silenzio anche sui dialoghi), dimesso nei toni, ma cionondimeno lineare ed efficace, dove ciò che non si vede conta più di ciò che realmente appare (in coerenza con la storia raccontata nella sceneggiatura firmata dal regista e da Georges Haldas). Magali Noel, Michel Robin, Heinz Bennent, Mimsy Farmer, Lucas Belvaux sono gli altri nomi centrali del cast di questa produzione battente triplice bandiera franco-svizzero-tedesca; sicuramente un lavoro a tinte oscure, sia per il ritmo trascinato (a voler essere cattivi: sonnolento, spesso) della narrazione che per le atmosfere grige della pellicola, ultimo ruolo per Volontè fino a Il caso Moro del 1986 (stacco resosi necessario per motivi sia di malattia che di disaffezione verso un cinema che sembrava allontanarsi sempre più dalle sue concezioni artistiche). 5/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta