Regia di Walter Lang vedi scheda film
Storia di una coppia di ballerini e dei loro figli dal 1919 al 1941: tutti e tre vengono avviati alla carriera teatrale, poi il primo si fa prete, la seconda si sposa e il terzo sparisce per una delusione amorosa. Musical anomalo, con numeri magari brevi ma molto numerosi che arrivano a prevaricare una trama già esile. Del resto è uno dei rari musical classici senza Fred Astaire né Gene Kelly: bisogna accontentarsi delle seconde linee Donald O’Connor e Mitzi Gaynor, che se la cavano niente male sul piano tecnico ma hanno poco carisma; c’è anche Marilyn, che all’inizio viene doppiata in modo ridicolo per simulare improbabili difetti di pronuncia ma poi si lancia e fornisce una prova discreta. In generale è il trionfo dei buoni sentimenti e dell’armonia familiare: neanche l’ombra di un vero dramma, tutti i problemi rientrano (più che venire risolti) e tutti i dissensi si ricompongono. Al di sopra di ogni altra cosa c’è la passione per lo spettacolo, come suggerisce il titolo originale There's no business like show business.
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