Regia di Fritz Lang vedi scheda film
Siamo nel 1861 - anno dello scoppio delle ostilità tra nordisti e sudisti negli USA - e la 'Western Union' è una ditta incaricata di collegare telegraficamente Omaha nel Nebraska con Salt Lake City nello Utah: i lavori sono coordinati dall'ingegner Edward Creighton (Dean Jagger) che, tra i vari lavoranti che lo aiutano, ha assunto il fuorilegge Vance Shaw (Randolph Scott) che, in fuga dalla sua banda, lo ha trovato nel deserto ferito e lo ha aiutato, e il 'tenderfoot' (così venivano chiamati nel West quegli uomini provenienti dall'Est e non molto a loro agio nella dura vita di frontiera) Richard Blake (Robert Young), un neolaureato ad Harvard che viene inviato dal padre a farsi le ossa ad Ovest. Tra mille ostacoli, causati da indiani veri e da fuorilegge mascherati e truccati da indiani, incidenti, alla fine il lavoro si compierà ma con gravi conseguenze e perdite umane.
'Western Union' è la seconda volta di Fritz Lang con il colore e il western e l'autore si dimostra anche stavolta in grado di padroneggiare tanto il primo, con uno straordinario uso del Technicolor - Edward Cronjager e Allen M. Davey i due direttori della fotografia accreditati - che esalta gli splendidi paesaggi naturali (Zion Natural Park e Kanab nello Utah e l'House Rock Canyon in Arizona) che fanno da sfondo alla movimentata vicenda ed in particolare le riprese notturne, che culminano nell'incendio di proporzioni bibliche, con un 'trionfo' di rossi che si può solo immaginare quanto sul grande schermo possano rendere a livello di qualità e spettacolarità, quanto il secondo, il western, il genere americano per eccellenza.
La storia è tratta dal romanzo di Zane Grey e contiene i tipici elementi appartenenti ad esso, vale a dire la corsa per il progresso, con tutti i pro e i contro che esso arreca, ostacolata da fuorilegge ed indiani, lo spostamento della 'frontiera' sempre più a Ovest e gli sforzi fatti da uomini comuni incuranti di mille pericoli, delle insidie della natura, per ottenere miglioramenti dal punto di vista della civiltà e le spinte in senso contrario, effettuate da chi vuole mantenere lo stato delle cose, siano essi i nativi per paura di essere spazzati via o i criminali per un semplice tornaconto personale, fatto di furti e rapine.
Lang riesce a far sua questa storia molto classica, inserendo a sua volta la sua ricorrente tematica dell'uomo la cui esistenza è segnata dal destino che incombe su di lui, incarnato dal fuorilegge Vance Shaw, interpretato con bravura dal protagonista di tante pellicole di 'frontiera' Randolph Scott, che ha anche una componente noir, il passato, rappresentato dal fratello Jack Slade (Barton MacLane), capo banda, dal quale Vance non riesce del tutto a staccare il legame fino al tragico finale.
Belle le parentesi comiche, affidate al buffo personaggio di Herman il cuoco (Slim Summerville), che servono al regista anche per smorzare la tensione nei momenti più 'caldi'.
Infine, una parentesi sul titolo italiano: dato che nessun personaggio si chiama Fred, devo dedurre che la persona che intitolò il film 'Fred il ribelle' non lo abbia nemmeno visto!
Voto: 7,5 (v.o.).
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