Regia di Ruggero Deodato vedi scheda film
Tre ragazzi e una ragazza si inoltrano nella foresta amazzonica per girare dei filmati sulle popolazioni selvagge che ci vivono all’interno. Scomparsi nel nulla, si scopre che sono stati trucidati. Shockante è anche il materiale che hanno girato, dove vengono riprese brutalità di ogni tipo, sia da parte dei novelli esploratori, sia da parte degli abitanti delle foreste.
Nel 1980 Ruggero Deodato partoriva questo film destinato a diventare una perla del genere cannibal e a generare delle polemiche per le vere scene di violenza a discapito di animali realmente riprese dal regista. Al di là della qualità artistica, sulla quale si può discutere, bisogna dire che a distanza di anni la pellicola rimane ancora impressionante e capace di far venire i brividi (soprattutto di disgusto) anche agli amanti dello splatter più estremo. Insomma, nel bene e nel male, Deodato è riuscito nell’intento di creare una visione che non può lasciare indifferenti, destinata a creare reazioni - ancorché di ripulsa - e in qualche modo antesignana di molti horror moderni che con effetti speciali molto più evoluti hanno cercato di ripercorrere esattamente la stessa strada. Non sorprende ad esempio che Eli Roth sia stato influenzato da Deodato. Per il resto, la morale di Cannibal Holocaust è quella che è: gli uomini civilizzati sono in realtà primitivi e involuti al pari dei selvaggi, come loro succubi degli istinti primordiali: basta spiarli dentro una foresta - al riparo da occhi indiscreti - per dimostrarlo.
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