Regia di Ruggero Deodato vedi scheda film
I fascisti in gita nella giungla. Perchè Cannibal holocaust non ha senso di esistere? Perchè è un aborto di film, un esperimento clamorosamente fallito, alla ricerca del disgusto massimo da parte del pubblico: ma neppure quello riesce a raggiungere, al massimo si può provare pena o dispiacere. Deodato, certo non un nome celebre, all'epoca aveva girato un paio di musicarelli e di penosi filmetti erotici, nonchè un altro lavoro simile a questo (Ultimo mondo cannibale), comunque giustamente dimenticato nell'immediato; con una buona produzione internazionale ed una serie di aspettative alte, create ad hoc da lui stesso e dai pubblicitari della casa di produzione, Cannibal holocaust riesce così finalmente in tutto ciò in cui i precedenti film del regista avevano fallito: non passare inosservato. Il problema è che non ci riesce per le sue potenzialità cinematografiche, ma solamente grazie alle false polemiche ed alle risibili amenità e dicerie fomentate da Deodato stesso: cioè che si tratti di uno snuff movie, che gli omicidi e gli atti di cannibalismo siano assolutamente veri e via proseguendo lungo la scia della più totale, controproducente follia. Di vero, purtroppo per gli spettatori, c'è solo una cosa: gli ammazzamenti a sangue freddo e del tutto gratuiti di una cospicua serie di animali. Il che, oltre a rivoltare lo stomaco (Barbareschi che passeggiando allegramente spara ad un maialino legato ad un palo, che geme disperatamente nei rantoli dell'agonia: c'è qualcosa di peggio? Voglio dire: di Barbareschi), provoca inevitabilmente dubbi sull'effettiva moralità di chi ha girato questo film: era necessario tutto questo, per il bene del cinema? Chi scrive pensa di no, come non era necessario il film in sè, che si nasconde dietro al paravento di una facile moralotta (i veri 'mostri' siamo noi cosiddetti civilizzati: complimentoni!) per potersi permettere qualsiasi oscenità e banalità (c'è pure un'inspiegabile scena a due passi dal porno, un accoppiamento fra due attori che non ha nulla a che vedere con il resto della trama e che dev'essere un evidente retaggio della precedente carriera del regista). Come giustificare un lavoro come questo? E' un'istigazione ad osare senza avere idee, nè una morale da portare avanti, solo insistendo nel'oltraggio e nella spudoratezza più violenta, come - appunto - trascinare un branco di fascisti nella giungla e lasciarli liberi di sfogarsi come meglio credono, e spacciarlo per un grande esperimento cinematografico. Invece è solo spazzatura, neanche della migliore. 2,5/10.
4 esploratori americani sono stati dati per dispersi nella giungla, mentre indagavano sulle ultime tribù cannibali rimaste al mondo. Parte così una spedizione guidata da un antropologo, che ritrova gli scheletri dei 4 ed anche il materiale filmato da loro. Si scopre che le atrocità più gravi e gratuite le hanno commesse gli americani.
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