Regia di Silvio Caiozzi vedi scheda film
Metafora del Cile appena uscito dalla nera notte della dittatura pinochettiana, La luna nello specchio nasce dalla collaborazione del regista, di chiare origini italiane, con uno degli scrittori cileni contemporanei più famosi, Josè Donoso (1925 - 1996). Ambientato nella città marittima di Valparaíso, il film potrebbe essere anche una rappresentazione teatrale, tanto l'azione è concentrata nei pochi metri quadrati dell'appartamento che il vecchio Don Arnaldo, confinato nel proprio letto, divide con il figlio, con appena una digressione sul lungomare. Detto in soldoni, Don Arnaldo rappresenta grosso modo la dittatura, apparentemente paralizzata e arterioscleroticamente legata ai ricordi del passato, mentre il figlio, che il vecchio chiama sprezzantemente Gordo, cioè grasso (nei sottotitoli italiani reso come Ciccio), potrebbe essere il popolo cileno, che non sa rendersi autonomo, nonostante l'attrazione per una vicina vedova e attempata, pur sempre piacente, che potrebbe rappresentare la democrazia. El Gordo vive una vita squallida scandita dai bisogni del padre isterico e paralitico, cullandosi in sogni di benessere fondati sulla sua capacità culinaria e in un sogno d'amore verso la gentilissima vicinante. In realtà, il vecchio è meno paralitico di quanto sembri e interviene con durezza quando vede che il figlio e la sua "amante" si fanno beffe delle sue medaglie (Don Arnaldo è infatti un ex ufficiale della Marina), usando il linguaggio di tutte le dittature fasciste di sempre, tacciando il figlio di "comunista y maricón" (comunista e frocio). Il figlio non riesce a disfarsi del padre e resterà a guardarlo dalla finestra mentre questo tenterà un'ultima patetica uscita a passi malfermi.
Un buon film, che mantiene intatta la sua carica di acuto pessimismo anche a sedici anni dalla sua uscita.
Gli attori, dai fisici e dai volti volutamente sgradevoli, sono tutti e tre eccezionali, anche quando si misurano con particolari tutt'altro che accattivanti: il vecchio se la fa addosso, Ciccio lava la dentiera del padre e vomita, Lucrecia e lo stesso Ciccio si guardano sconcertati i propri fisici sgraziati nello specchio. Specchio che comunque continua imperterrito a riflettere una luna che non si è mai stancata di splendere nelle notti cilene.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta