Regia di Luigi Capuano vedi scheda film
Dopo alcuni anni, la Rossa (di capelli, il cui vero nome è Amelia) torna al paese natio campano; l'accompagna un losco francese che si chiama Pierre. Da subito qualcuno intuisce che c'è qualcosa sotto, in primis se ne accorge il pescatore Salvatore.
Melodramma e canzonette, una prima ricetta del musicarello (che, con tale nome, arriverà sui grandi schermi nostrani solamente oltre un lustro più tardi). E' curioso notare come il film musicale in Italia sia nato in ambito partenopeo per poi dilagare in ogni dove, al servizio dei divetti del momento e in funzione promozionale per l'album in uscita (ne abuseranno Morandi, Little Tony, la Pavone e molti altri), per poi involversi e ritornare sotto spoglie ben diverse proprio in ambiente campano nel corso degli anni Settanta, quando spopolerà la sceneggiata alla Mario Merola: amore, canzonette e dramma. Tutti elementi che già ricorrono in questo La rossa, che è in ogni caso un prodottino raffazzonato alla meglio con una sceneggiatura di Mario Volpe, Luigi Gioffi e del regista stesso, mestierante non molto dotato, ma capace di sopperire alla qualità del proprio lavoro con la quantità (ai tempi licenziava due o tre pellicole annualmente). Niente nomi di rilievo sul cartellone, ma tanti volti interessanti o comunque noti, pur non essendo vere e proprie star: da Virna Lisi (in una parte però secondaria) a Riccardo Garrone, passando per Aldo Bufi Landi, Dante Maggio, Fulvia Franco, Giacomo Furia; lo scopo dichiarato dell'opera è quello del mero intrattenimento e, in questo senso, fa il suo dovere. Ma niente di più: neppure le canzoni eseguite qua e là a casaccio, spezzando la logica della trama, sono fra le perle più note del repertorio partenopeo. Capuano continuerà comunque su questi standard per il resto della carriera, abbandonando il melodramma napoletano solamente per il cappa & spada / peplum dei primi anni Sessanta. 2,5/10.
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