Regia di Andrzej Zulawski vedi scheda film
Ricorrono le ossessioni di Zulawski (l’uomo e la donna, la scala a chiocciola e il doppio) qui funzionali alla proliferazione delle identità a partire dalla dialettica tra finzione (I Demoni di Dostoevskij sul set) e realtà (l’attentato all’arcivescovo lituano), illusione (Liza) e dissimulazione (Ethel): è sempre l’espressione di una coscienza (nazionale) disintegrata dalla morte di Dio (il ragno nero). Recitata sul filo dell’isteria (e penalizzata dal doppiaggio) è un'opera sottostimata e "in crescendo" che sa scoprire idiosincrasie e amplificarle grazie allo stile concitato del regista.
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