Regia di Ferzan Özpetek vedi scheda film
Il cuore sacro è una sorta di secondo cuore fittizio, capace di percepire il prossimo come prosecuzione di noi stessi e di dedicarsi ad esso con ogni forza. La protagonista di questa storia scritta da Ozpetek con il consueto collaboratore Gianni Romoli (qui impegnato anche nella produzione) è una moderna rilettura del personaggio di Santa Chiara (XIII sec.), che dalle nobili origini arrivò per sua scelta alla povertà spogliandosi di ogni bene a vantaggio dei bisognosi. Brava la Bobulova, ma attorno a lei c'è poco da vedere, nonostante una rinata Lisa Gastoni che torna al cinema dopo un quarto di secolo di inattività (e ad ogni modo non sfigura affatto); Ozpetek si conferma buon esteta, regista tecnicamente dotato, ma povero in quanto a capacità di dirigere gli attori. La protagonista riceverà comunque un meritato David, assieme allo scenografo Andrea Crisanti. Due ore di basso ritmo e qualche trovatina ad effetto palesemente inserita a forza (es. la didascalica sequenza, nel finale, in cui la Bobulova si spoglia in mezzo alla gente). Invadenti e non sempre azzeccate le musiche di Andrea Guerra, figlio del poeta riminese Tonino. 4,5/10.
Irene, manager in carriera, eredita la palazzina di famiglia. Qui scopre che la madre venne tenuta rinchiusa nei suoi ultimi anni di vita; comincia ad avere allucinazioni ed infine si dedica al volontariato, spogliandosi letteralmente di tutti i suoi beni per donarli ai bisognosi.
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