Regia di Niels Mueller vedi scheda film
Non piace questo taxi driver dei poveri, questa frantumazione sistematica del sogno americano; immaginiamo lo sfigatissimo e sbadatissimo Sean Penn al posto del Will Smith della Ricerca della Felicità: sarebbe naufragato ugualmente tra contrarietà, malasorte e depressione... Troppo telefonata in regia, tra dialoghi ed atteggiamenti, la parabola sfrenatamente discendente di questo antieroe. Ricordiamo Un giorno di ordinaria follia, ad esempio, dove il protagonista svirgola appunto dall'ordinario con qualcosa, seppur in negativo, di straordinario. Manca ad Assassination questa imPennata. Si e' disegnato un personaggio indissolubilmente incatenato all'assenza di riscatto, destinato ineluttabilmente a fallire. Restiamo a guardare sapendo gia' che non ci sara' redenzione. Ecco servito l'incubo americano. Ma il voto negativo non e' per l'assenza di affrancamento, bensì per averne esclusa l'eventualità fin dal dna dei primi fotogrammi.
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