Gli incontri e gli scontri di un gruppo di persone: lo scrittore Paolo e la sua fidanzata maria, il pappone Francesco e il poeta Cupido...
Note
Un film ermetico? Non tanto, se si accetta come fulcro tematico la riflessione sul linguaggio e la sfida alle possibilità del mezzo. 123 minuti di piano sequenza digitale: ci volevano una capacità tecnica e un coraggio che al giovane regista Louis Nero (classe 1976) non mancano. Consigliamo solo un pizzico di umiltà in più. Partire da Sokurov definendo "superficiale" la sua idea base del piano sequenza come unica inquadratura fissa, è una follia. Anche perché alcuni dei piani sequenza più belli del cinema (quello di Widmark e Stewart sulla riva del fiume in _Cavalcarono insieme_) sono splendidamente, inesorabilmente immobili.
Nella notte i fili si intrecciano. Nella notte i fili si dipanano. Lo sguardo vaga, e li segue uno ad uno. Non li molla mai, nemmeno per un attimo. Non smette di spiarli, di pedinarli, anche quando la luce è troppo poca, tanto che non ci si vede. Louis Nero non spegne l’obiettivo, non posa la macchina da presa, per più di due ore continua a girare: dentro ai locali, nelle… leggi tutto
da evitare accuratamente, come la peste bubbonica. pretenzioso, noioso, assurdo, alternativo al buon senso. fotografia penosa, dialoghi al limite dell'umana sopportazione, rilfessioni pseudo-filosofiche da bacio perugina impegnato. in sala imperavano due filosofie: chi rideva e chi dormiva. se qualcuno vuole arrischiarsi almeno ci vada in buona compagnia... leggi tutto
Un ragazzo e una ragazza litigano, lui esce di casa e si ritrova catapultato fra i misteri e le suggestioni della Torino notturna.
Tanto per non generare incomprensioni, il titolo dice in maniera chiara e secca ciò che preme comunicare al regista: ha girato un pianosequenza. Lunghissimo, monumentale, articolato con spavalda leggiadria: due ore e una manciata di minuti del tutto…
Nella notte i fili si intrecciano. Nella notte i fili si dipanano. Lo sguardo vaga, e li segue uno ad uno. Non li molla mai, nemmeno per un attimo. Non smette di spiarli, di pedinarli, anche quando la luce è troppo poca, tanto che non ci si vede. Louis Nero non spegne l’obiettivo, non posa la macchina da presa, per più di due ore continua a girare: dentro ai locali, nelle…
Un piccolo ripasso di alcune pellicole da "primato". Alcune valgono la visione in sé, altre servono solo per fare bella figura con gli amici. Se avete da segnalare altri film, fatelo pure aggiungendoli: l'unica…
Un noioso e spocchioso modo per ostentare un intellettualismo fine a se stesso. Piuttosto confuso e irritante( nonostante apprezzi moltissimo lo stile sperimentale e amatoriale della pellicola ),poco comprensibile.Ha di positivo il fatto che riesce a tenerti incollato per più di due ore davanti allo schermo con la speranza che debba succedere qualcosa di sorprendente o almeno qualcosa di…
Premiamo il coraggio per l'idea di un pianosequenza di 123min circa che ci allontana dalla solita struttura dei film italiani che cadono inesorabilmente molto spesso nella fiction! I testi così prosaici ed un Catullo scatenato rendono però i primi 10 minuti davvero tosti! Due le possibilità: alzarsi e scappare od affossarsi nella poltrona e continuare a sperare. Ed il premio alla fine arriva.…
Tremendo! Un film talmente tronfio e borioso da essere a dir poco irritante.. Se riuscirete a resistere in sala fino alla fine di questa via crucis notturna capirete quanti anni luce separino il vero cinema da certa spazzatura intellettualoide come il film in questione. Una vera porcata insomma, per tagliare corto.. Non basta leggere Catullo ( riportato poi in modo talmente disgustoso..) o…
Partendo dal litigio tra due giovani amanti – lei è esasperata perché lui gira intorno alla proprie velleità di scrittore – Pianosequenza si getta a capofitto in un rivolo di storie (dieci in tutto, molto carina quella sul Cupido e il suo coniglietto-messaggero) che si collegano e si scollegano al ritmo dettato dagli intrecci del destino. In realtà il moltiplicarsi dei piani narrativi e…
da evitare accuratamente, come la peste bubbonica. pretenzioso, noioso, assurdo, alternativo al buon senso. fotografia penosa, dialoghi al limite dell'umana sopportazione, rilfessioni pseudo-filosofiche da bacio perugina impegnato. in sala imperavano due filosofie: chi rideva e chi dormiva. se qualcuno vuole arrischiarsi almeno ci vada in buona compagnia...
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