Regia di Vincenzo Verdecchi vedi scheda film
Vincenzo Verdecchi mette in scena una pellicola che non funziona.
Ennesima delusione da parte del cinema italiano di quest'anno.
Portare sullo schermo un "mito" ,una storia cosi' difficile come quella del Grande Torino non e' alla portata del regista che mescola passato e presente cercando una sorta di continuita',ma senza riuscirci.
La messa in scena e' rigorosamente semitelevisiva,con squarci di ambiente a volte ben fatti a volte - causa anche del budget ristretto - invedibili.
La sceneggiatura affoga in un mare di retorica e pure gli attori non sono un granche'.
Gioele Dix se la cava ma senza eccessi di bravura,Albertazzi fa il vecchio fascista - che guardacaso gli viene bene... - e gli altri sono poco piu' che buoni teatranti.
Inoltre il film ha pure un vago sapore reazionario e profascista che infastidisce e non poco.
Il dramma,la vita dei giocatori e del Torino in se e' solo di contorno,un filo fiissimo Che collega i vari personaggi.
Dino Abbrescia dichiara in una frase "Sono ancora fascista perche' nessuno mi ha convinto che ci sia qualcosa di meglio"...SPERO PROPRIO PER GLI AUTORI CHE QUESTA FRASE SIA CAPITATA PER SBAGLIO.
pERCHE' SENNO 'IL FILM DIVENTA ANCHE REVISIONISTA ED OFFENSIVO.
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