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Ingannevole è il cuore più di ogni cosa

Regia di Asia Argento vedi scheda film

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La recensione su Ingannevole è il cuore più di ogni cosa

di Paul Hackett
2 stelle

Da buon topo di libreria, ricordo ancora l'enorme scalpore suscitato da "Sarah" e "Ingannevole...", i primi due lavori di J.T. Leroy, ambiguo scrittore androgino che affermava di aver riversato nella propria scrittura i devastanti traumi autobiografici di un'infanzia violata e abusata, tra droghe, violenza e pedofilia. Tutte balle, ovviamente, come fu rivelato qualche anno dopo dalla vera autrice dei romanzi, la musicista fallita Laura Albert che aveva architettato una beffa ben congegnata nella quale erano cascati in tanti, critici, giornalisti o semplici lettori. Non il sottoscritto che, senza falsa modestia, aveva sentito fin da subito un'enorme puzza di bruciato attorno al gigantesco hype creatosi per un personaggio palesemente costruito a tavolino e che s'intuiva facilmente fosse solo il frutto di un'abile macchinazione. Ricordo perfettamente, prima che la beffa si svelasse, come l'amicizia con il sedicente Leroy fosse diventata un must irrinunciabile per attori, registi, cantanti e personaggi più o meno rilevanti dell'intellighenzia letteraria dell'epoca. L'efebico scrittore era diventato l'indispensabile maitre a penser (si scrive così? Boh) dell'epoca, cucinato in tutte le salse, dalle interviste a manetta sulle riviste più trendy alle collaborazioni con questo o quel musicista/attore/pincopallino. Ricordo, con un certo fastidio, qualche sua intervista: sempre scaltro nelle risposte, sempre allusivo, sempre abile a titillare la pruderie del lettore sulla sua ambiguità sessuale, sempre cinico nello sfruttare il senso di colpa collettivo rispetto alle violenze e agli abusi della sua sedicente infanzia violata. Non c'è che dire: una bella furbacchiona questa Laura Albert. Peccato che il giochetto sia durato poco e, una volta sgamato, la firma J.T. Leroy da gallina dalle uova d'oro si è trasformata in un vero e proprio marchio d'infamia: i suoi libri sono stati immediatamente oggetto di una sorta di damnatio memoriae e tutti i tanti fans celebri che avevano fatto a cazzotti per una foto con l'enfant prodige della letteratura contemporanea hanno fatto a gara per scendere a rotta di collo dal carro del vincitore ormai sconfitto. Tra costoro che si sono affrettati a prendere le distanze dalla "truffa Leroy", c'è anche Asia Argento che, dopo avercela menata per anni con la sua trasgressiva "amicizia particolare" con il sedicente scrittore, con l'imperdibile chicca di una sua presunta gravidanza diffusa ai giornali con l'evidente scopo di creare un gran battage pubblicitario attorno alla sua riduzione cinematografica di "Ingannevole...", ha pensato bene di rifarsi una verginità, raccontando in qualche intervista di essere stata anch'essa ingannata e manipolata (poverina!) dalla perfida Albert. Molto rumore per nulla, comunque: il film diretto da Asia Argento e tratto dal secondo romanzo di Leroy/Albert è davvero poca cosa. Maledettismo di facciata, robetta fintamente sporca, fintamente perversa, fintamente disturbante, costruita a tavolino (proprio come il romanzo dal quale è tratta) con il fastidiosissimo intento di essere un'opera di culto e fallendo miseramente in quello che dovrebbe essere lo scopo minimo e indispensabile di qualsiasi film che si rispetti: raccontare una storia e farlo con attori minimamente capaci di comunicare emozioni. "Ingannevole..." è una raccolta raffazzonata di episodi che vorrebbero essere truci, disturbanti e ricattatori (troppo facile e furbo mettere in scena il dolore di un bambino per sbigottire e sconvolgere) ma che riescono solo ad essere involontariamente grotteschi e ridicoli. Recitato da cani (la prova della protagonista non la voglio nemmeno commentare), pessimamente diretto (sembra un filmatino amatoriale... e non venitemi a raccontare che la cosa è voluta per ricreare un'estetica "sporca": qua il problema mi sembra proprio una totale mancanza di stile e visione personale), "Ingannevole è il cuore più di ogni cosa" è una delle peggiori pellicole che abbia visto in tutta la mia vita... una schifezza senza precedenti il cui unico elemento positivo e l'aver definitivamente (si spera) affossato la carriera della regista che, dal 2004 ad oggi, non ha più diretto alcun lungometraggio. Non so a voi, ma a me non manca affatto... orribile è il film più di ogni cosa... voto pessimo.

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