Regia di Asia Argento vedi scheda film
Film davvero ben scritto e ben diretto che s'ispira all'opera (in parte autobiografica) di Laura Albert. E' molto realistico e crudo, forse anche troppo per chi non è abituato a reggere storie così drammatiche ed allucinanti. Si segue tutto d'un fiato perchè ogni sequenza sorprende, coinvolge e sconvolge nella sua durezza. Il soggetto principale è un ragazzino di nome Jeremiah che vive un'infanzia molto fuori dalla norma. Figlio di una tossicomane squilibrata che si prostituisce, farà delle esperienze molto brutte che segneranno per sempre la sua fragilità emotiva e psicologica. Fra abusi, incubi ad occhi aperti e un rapporto d'odio ed amore con la madre, svilupperà una personalità passiva ed instabile anche lui. Il film denuncia o forse canzona in maniera alquanto esplicita l'incapacità dei centri di riabilitazione per bambini e degli assistenti sociali. Le tematiche sono attuali ed amare, fanno spesso sentire come se il respiro venisse a mancare durante la visione e quello che rimane o che colpisce di più, probabilmente è la consapevolezza che il legame tra madre e figli sia qualcosa di molto forte ed indissolubile sia nel bene che nel male. La madre Sarah infatti maltratta spesso suo figlio Jeremiah, raramente è affettuosa con lui, ma lo costringe soprattutto a vivere una prima gioventù miserabile, eppure il ragazzino sembra sempre pronto a seguirla, perfino all'inferno. Per i bambini si sa che la madre è il punto di riferimento più importante, il simbolo dell'amore, delle coccole e del sacrificio, ma quando questa madre non riesce ad essere coerente neppure con se stessa, come può un bambino capire che non deve fidarsi di lei? Jeremiah vive perciò in uno stato confusionale, non comprende più cosa sia giusto da quello che non lo sia, esegue senza protestare tutto quello che gli chiedono di fare. Comincia perfino ad imitare sua madre ad un certo punto e nonostante non approvi davvero ogni suo comportamento, alla fine sceglie lei preferendola anche ai severi nonni che si sarebbero comunque presi cura di lui e della sua educazione (due bigotti estremi e "fuori dalla norma" anche loro in un certo qual senso e che si comprende quindi essere in parte la causa dello sbandamento mentale della loro figlia Sarah che probabilmente non resisteva nel dover vivere in una famiglia che non lasciava spazio neppure alla libertà di pensiero), in maniera certamente più appropriata o quantomeno non rischiosa. Infatti, verso l'epilogo Jeremiah, ancora convalescente in ospedale, sfugge alla nonna mentre dorme e segue Sarah per l'ennesima volta nel suo mondo corrotto, instabile e perverso, dimostrando di prediligere non solo anche lui la vita di strada, ma di non essere affatto capace di spezzare quel filo invisibile che lo legherà forse per sempre alla madre. Un film dunque irrisolto e morboso, ma appassionante in ogni suo aspetto veritiero e tristissimo.
Ha fatto un buon lavoro questa volta, lo ammetto.
Convincente nella parte della tipa schizzata ed instabile. Chissà perchè questo genere di ruolo è l'unico a riuscirle sempre bene.
Molto credibile ed intenso in un ruolo tutt'altro che facile per un bambino.
Molto credibile ed intenso in un ruolo tutt'altro che facile per un bambino.
Molto credibile ed intenso in un ruolo tutt'altro che facile per un bambino.
Ottimo. Un ruolo breve, ma incisivo.
Ha poche battute e un ruolo breve (la nonna di Jeremiah) comunque abbastanza adeguata.
Discreto.
Ha un ruolo piuttosto breve assai curioso e bislacco in fondo fatto su misura per lui.
Un cameo incisivo ed utile alla trama, ma la sua faccia e le sue smorfie fanno impressione. E' stata efficace, però dispiace vederla interpretare un ruolo grottesco ed ingrato che fa pensare a quanto sia lontano il ricordo dei tanti ruoli affascinanti che interpretava durante gli anni '90 quando era una star ancora molto amata e rispettata.
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