Regia di Asia Argento vedi scheda film
Non si può negare un certo coraggio a questa pellicola scomoda e sgradevole che segna la seconda prova dietro la macchina da presa di Asia Argento. Tratto dall' omonimo romanzo di J.T. Leroy, "Ingannevole è il cuore più di ogni cosa" (per una volta un titolo che rende bene anche in italiano) narra il travagliatissimo e malsano rapporto che s' instaura fra una madre degenere, tossica e prostituta ed il giovane figlio dapprima abbandonato e poi strappato alla famiglia adottiva all' età di sei anni. Costantemente on the road, il bambino passerà le pene dell' inferno fra violenze fisiche, sessuali e psicologiche, rassegnato a seguire una figura materna instabile che salta da un letto all' altro sfamandosi nei cassonetti. Infanzia disintegrata, l' amore che diventa concetto distorto e corrotto dallo squallore di un' esistenza disperatamente ai margini. Il film di Asia Argento ha contenuti forti ed un impatto visivo inquietante che riesce nell' intento di scuotere lo spettatore alternando una messa in scena lucida e spietata ad alcune componenti più astratte come i simbolismi sui corvi rossi od il carbone che piange e sanguina. Una pellicola che prende a schiaffi tematiche come pedofilia, fanatismo religioso, omosessualità, famiglia e disperazione. Una sorta di cult underground al quale hanno voluto partecipare parecchi nomi noti di Hollywood come Michael Pitt, Jeremy Renner, Jeremy Sisto, Winona Ryder, Ben Foster, Peter Fonda con l' aggiunta della nostra Ornella Muti e di un mai così struccato Marylin Manson. Un lungometraggio che potrebbe anche definirisi riuscito se non ci fosse quella costante sensazione di autocompiacimento che la regista lascia davanti e dietro la telecamera. Il dubbio che ci si trovi di fronte ad una provocazione fine a sè stessa rimane e non può che influenzare il giudizio complessivo.
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