Regia di Lindsay Anderson vedi scheda film
Satira britannica un po' su tutto e su tutti: la monarchia, il classismo, il conservatorismo, ma anche sul sindacalismo e sulle aspirazioni del proletariato. Il film di Anderson (che negli anni precedenti aveva avuto difficoltà a girare, sia al cinema che in TV) non sfocia, però, nel qualunquismo, grazie all'appello alla tradizione di stampo swiftiano e a una certa grazia della messinscena. Va detto, comunque, che il film subisce parecchi difetti, già presenti nella sceneggiatura, piuttosto disomogenea ed incoerente nella descrizione di certi personaggi, come il Dott. Millar, che, alla fine, diventa quasi un eroe positivo. Si conclude, qui, la vicenda cinematografica di Mick Travis, già protagonista di "Se..." e "O Lucky Man!": cronista d'assalto, manda immagini al furgone della regia, dove due tecnici pensano a tutto tranne che al loro lavoro, e al termine del film viene anche decapitato dal medico novello Frankenstein. Forse qui Anderson cerca di cavalcare la comicità demenziale dei Monty Python, ma evidentemente quel tipo di cinema non era nelle sue corde. In ogni caso, il suo "anarchismo conservatore" mette a segno diversi colpi, come durante i titoli di coda, quando, dopo lo sfacelo che abbiamo appena visto, parte a tutto volume "Rule Britannia". Sono molti i rimandi ai film precedenti del regista e a quelli di Kubrick, cui lo lega la presenza di McDowell, ma anche di un altro attore bravissimo, Leonard Rossiter (1926-1984), che fu il capitano Quin in "Barry Lyndon". (7 luglio 2008)
Il quinto centenario dalla fondazione è l'occasione per la visita della regina madre al Britannia Hospital. Peccato che dentro e fuori l'onusto ospedale ne succedano di tutti i colori.
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