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O Lucky Man

Regia di Lindsay Anderson vedi scheda film

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hupp2000

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La recensione su O Lucky Man

di hupp2000
8 stelle

Ho la personale convinzione che questo film sia stato determinante per la carriera di Malcolm McDowell, anzi che lo abbia addirittura salvato. Reduce da “Arancia meccanica” (1971), torna a recitare due anni dopo, portandosi sulle spalle il classico ruolo che può annientare un attore. Albert Dieudonné, protagonista del “Napoléon” di Abel Gance (1927), non divenne mai una star e volle essere sepolto indossando gli abiti utilizzati nel film sulla vita dell’Imperatore; Psycho di Alfred Hitchcock costò ad Anthony Perkins anni di psicoanalisi; Maria Schneider – deceduta in questi giorni – ha rivelato in un’intervista all’emittente franco-tedesca ARTE di aver subito le riprese di “Ultimo tango a Parigi” come uno stupro (la sua carriera terminò di fatto lì); Tim Curry esiste nelle memorie solo per la sua esplosione nel “Rocky horror picture show”; Peter O’Toole è Lawrence d’Arabia, Anthony Quinn è Zorba, ecc. ecc...  E’ lo stesso McDowell a volere fortemente il fim che, si dice, contiene riferimenti autobiografici dell’attore. Comunque sia andata, Lindsay Anderson (l’autore di “If”) gli regala la possibilità di evitare il cliché dell’Alex di “Arancia Meccanica”. L’operazione riesce. Il film è grottesco, d’avventura, con una vena horror, “O lucky man!” racconta le peripezie di un banale rappresentante commerciale nel settore del caffè che, nel suo peregrinare, va a sbattere via via il muso contro il mondo della pubblicità, del nucleare “segreto”, della medicina frankensteiniana, delle assurdità di esercito e polizia, dell’ipocrisia della giustizia, dell’ambivalenza della chiesa. Terribilmente e teneramente anni ’60. Due trovate filmiche vanno però sottolineate e valgono da sole la visione. Gli attori della prima parte si ritrovano nella seconda, ma.... interpretano ruoli che non hanno nulla a che fare con quelli iniziali. Non male. Infine, l’originalità della colonna sonora: non è fuori campo! Mi spiego: tra una scena e l’altra, si vede Alan Price, legendario tastierista degli Animals di Eric Burdon, che canta e suona insieme al suo gruppo. Le canzoni sono bellissime. Comprai l’LP nel 1973...

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