Regia di Jerry Lewis vedi scheda film
Interessante rilettura comica, ma con un sottotesto serio, del personaggio del dott. Jekyll. Jerry Lewis non è forse un grande regista, ma l'insieme qui funziona e ha il suo che da dire. Il bersaglio è il mito americano (e nostro, con poche varianti) del duro, rubacuori, vanitoso, “sicuro di sé”. Oltre a mettere in ridicolo questo tipo umano, il film fa anche vedere il fascino che esso esercita sugli altri e specie, ahimè, sulle donne. La studentessa, pur trovandolo antipatico e indisponente proprio per il suo continuo vantarsi e per il suo modo imperioso e strafottente di fare, ne è però attratta, si fa umiliare da lui, e non si rifiuta di farsi portare in luoghi romantici e solitari. Qui va anche detto che ella però si riscatta da questo tipo femminile quando alla fine preferirà il vero lui. Con questo però il regista non vuole spezzare una lancia per gli uomini imbranati e deboli, ma offre anzi un'ipotesi sul perché vi sono tipi come il professore: a monte c'è probabilmente un padre succube della madre, ruffiano e senza spina dorsale. Il finale con gli studenti che fanno ressa per avere la pozione che fa diventare dei duri, la dice lunga sulle aspirazioni della gioventù di allora (e di oggi). Il tono del film è allegro e scherzoso, ma alcune scene in particolare mi hanno fatto proprio ridere, anche ripensandoci dopo: lui che dorme con le braccia allungate (e con una mano si gratta il piede), e i giocatori di bowling scambiati per birilli. Tipiche della comicità di Jerry Lewis!
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