Regia di Howard Hawks vedi scheda film
Film che adempie la sua funzione spettacolare, non ascrivibile però al filone dei lavori di denuncia.
Francia, Prima Guerra Mondiale. Nei pochi giorni di licenza si consuma un triangolo amoroso tra un capitano francese (il tradito), il tenente del medesimo reggimento (il traditore) e una crocerossina. Nel frattempo, le incursioni sul fronte dei nostri due ufficiali si fanno sempre più pericolose...
Hawks diluisce il fatto bellico con il migliore dei solventi, ovvero l’amore. L’amore tormentato all’interno del triangolo (il capitano mi ama, ha trattato me e la mia famiglia come nessun altro al mondo; è vero, cara, non posso tradire la sua fiducia, non possiamo più vederci; però a ben pensarci, amo di più te, mio buon tenente), ma anche l’affetto fra il capitano e il suo vecchio padre, arruolatosi come soldato semplice per mostrare a questa gioventù di scavezzacollo come si combatte (voi, che scavate trincee, sembrate più dei minatori che dei soldati: ai miei tempi, quando si assaltava con la cavalleria, quella sì era guerra!). Tra un sospiro e un motteggio fra camerati, la prima ora di film scorre via senza particolari picchi, eccettuato l’episodio del soldato imprigionato nel ferro spinato fra mille e più gemiti.
D’improvviso però, all’ultimo assalto, la guerra piomba sulle sorti dei nostri protagonisti, e come di consueto rovescia tutte le certezze, svela i valorosi, e ovunque porta pianti e rimpianti.
Non è un film esente da pistolotti patriottici che lo differenziano da altri capisaldi del genere più di carattere pacifista. I soldati qui combattono a testa alta e fieramente. L’unica voce in sfavore della guerra è anche l’unica ugola femminile sullo schermo, l’avvenentissima June Lang. A lei il compito di mettere in crisi questa odiosa roulette russa cui tanto adorano giocare gli uomini.
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