Regia di John Hughes vedi scheda film
Un piccolo film di culto per chiunque sia stato adolescente alla metà degli anni ’80. “Breakfast Club” non è un capolavoro e risulta persino parecchio invecchiato nel suo meccanismo di confessione giovanile (ormai una pratica fin troppo abusata in qualsiasi mediocre talk show), eppure, con tutti i suoi difetti, riesce ancora ad emozionare chi quegli anni li ha vissuti e si è identificato nelle storie di uno dei cinque protagonisti. Il film è abilissimo, infatti, nell’isolare alcune figure emblematiche (il ribelle, il bravo ragazzo represso, l’adolescente intelligente e tormentato, la Barbie inquieta, la sensibile emarginata) che, sebbene appena abbozzate, rappresentano bene le varie anime del disagio giovanile di quegli anni, un disagio probabilmente mediocre e “borghese”, ma assolutamente vivo e pulsante dietro la patina di benessere edonista tipico del decennio. Abilissimo come sempre John Hughes in una delle sue più significative regie e bravi i giovani attori, tutti divi del cinema giovane anni ’80 all’apice della propria fama e tutti, in vario modo, un po’ scomparsi progressivamente dalla circolazione. Una delle ragioni del grande successo del film risiede probabilmente anche nella colonna sonora, con l’indimenticabile “Don’t you (forget about me)” dei Simple Minds, realizzata appositamente (il video della canzone mostrava scene del film). Insomma: non un grandissimo film e, probabilmente, abbastanza sopravvalutato nel suo essere considerato di culto, ma, al di là di qualsiasi logica, una pellicola indimenticabile e addirittura commovente per chi quegli anni li ha vissuti sulla propria pelle. Una piccola nota personale: ero innamoratissimo del personaggio della giovane goth interpretata da Ally Sheedy…
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