Regia di Ernst Lubitsch vedi scheda film
Brado adattamento della pièce teatrale omonima di Georges Bizet (soggetto ideato precedentemente da Prosper Mérimée), “Carmen” fu uno dei lavori di una carriera agli albori del lungimirante Ernst Lubitsch. È la vicenda fremente di Don José Navarro (Harry Liedtke), sergente di Siviglia che si trasforma in un omicida pur di intraprendere una relazione con una zingara libertina (Pola Negri). Sebbene abbia praticamente sacrificato il suo futuro per conquistare Carmen, Navarro dovrà confrontarsi col rivale Escamillo (Magnus Stifter), affascinante torero di cui l’amata si invaghisce. I risvolti tragici sono all’orizzonte. Correvano delle voci secondo cui il direttore tedesco voleva scandire i passaggi in flashback, preferendo infine uno svolgimento lineare. La Negri, ballerina addestrata e donna seducente, trapela un sex appeal dalla forte carica erotica (nonostante la penuria di inquadrature ravvicinate); è una maschera sfacciata, giocosa, capricciosa, crudele e a volte generosa: una civetta manipolatrice che fa girare la testa agli uomini, una spietata leader di una banda di contrabbando… Liedtke appare un po’ rigido (saranno i costumi troppo stretti?!), eppure trasmette un disagio introspettivo cangiante nel turbinare a vuoto e senza speranza: propenso a cadere nel vortice del degrado morale e individuale. Il rapporto con Carmen viene descritto in modo basico, attraverso sfumature minime. L'accordo affannato tra sensualità, calamità e umorismo progressista (l’adulterio era ancora tabù nelle pellicole mute) è fiaccato, in parte, da una tenuta incerta, un crogiolo di retroscena abbastanza scollati che fagocitano (e stemperano) quel vis in grado di giustificare e sviluppare convincentemente tematiche in fieri, e in filigrana, quali l’emancipazione e il sessismo. Discrete le coreografie collettive, tuttavia casuali e indefinite nell’economia della trama. La versione originale era di 80 minuti ma la home video maggiormente diffusa rimane la stampa da 60 (che in certi paesi anglofoni ha il nome “Gypsy Blood”). Pare non sia mai stato restaurato in alta definizione, probabilmente a causa di una rivalutazione modesta della critica odierna.
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