Regia di John Carpenter vedi scheda film
Il peccato originale fondativo della civiltà cristiana diventa il peccato originario di una piccola comunità americana isolata dal resto del paese. La nebbia elemento naturalmente innocuo e poco visibile diventa denso e minacciosamente imprendibile che ti avvolge nella sua fredda e glaciale stretta. Non c’è scampo per gli ignari abitanti di Antonio Bay, sei di loro devono morire come cento anni prima sei di quelli furono sacrificati per costruire la sopravvivenza e la fortuna della comunità. L’iniziale racconto per non far dormire i bambini, favola raccontata per introdurre il film nel gotico americano, diventa la storia di un isola sconvolta da strani eventi. La nebbia porta con sé qualcosa di ignoto e rimosso che nel giorno delle celebrazioni vuole mostrare a tutti la vera nascita della loro nazione, tragica e violenta e non certo volenterosa e pioneristica. Nella leggenda dell’isola non c’è niente di leggendario e per vedere chiaramente le cose bisogna rendere palpabile l’impalpabile. Un cinema concreto fatto di vetri rotti e di allarmi che scattano di un Carpenter deciso a svelare il cuore nero di un paese sempre costretto a nascondere le proprie colpe storiche per ammantarle nel mito della spazio da conquistare a costo anche di sacrificare il diverso,nella giustificazione della strage di innocenti necessaria alla civiltà , fino al punto da dimenticare la pietà e la compassione cristiane. La vendetta per il nostro non è soltanto la trama del film ma diventa la cattiva coscienza di un popolo costretto a vedere come nasce il proprio sogno di libertà. Il regista ci mette sia la mostruosità dei vendicatori, sia la sensazione di assedio, Hitchcock e Corman, l’inevitabilità della vendetta e l’impossibilità della normalità.
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