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Fog

Regia di John Carpenter vedi scheda film

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La recensione su Fog

di maso
7 stelle

"The Fog" di John Carpenter è uno dei suoi film di seconda fascia, sicuramente non ai livelli di "Halloween" e "The Thing" nel filone horror ma ha comunque tutte le caratteristiche del suo cinema e dal mio punto di vista anche qualche aspetto interessante che denota le immense capacità di scatenare il brivido nello spettatore, ad esempio in questo film mi sono piaciute moltissimo le locations della spiaggia e del faro a strapiombo sulla scogliera da dove Adrienne Barbeau trasmette alla radio, l'inquadratura ampia sulla lunga scalinata che conduce a quel luogo isolato che domina il mare ci fa intuire che la bella Adrienne si troverà nei guai al calar della notte e soprattutto al salir della nebbia che nasconde e porta con se anime dannate di marinai che dopo cento anni dal loro naufragio cercano vendetta sugli abitanti di Antonio Bay e rivendicano l'oro che gli fu sottratto dall'antenato del prete interpretato da Hal Holbrook.

L'introduzione affidata al vecchio lupo di mare John Houseman ci trasporta con il suo sinistro incedere verso il giorno maledetto di Antonio Bay nel quale una fitta nebbia circonda fin da subito su un peschereccio a largo della costa, i suoi occupanti sono aggrediti da fantasmi del passato e la scena è costruita ottimamente da Carpenter con uncini e lame che sbucano dal nulla infilandosi nelle carni dei malcapitati marinai ma dopo questa scena la parte centrale risulta un po' allungata e il manipolo di personaggi descritti non ha grande spessore come altri antieroi del cinema di Carpenter: Jamie Lee Curtis e Tom Atkins sono abbastanza anonimi e la scena in cui salvano il figlio di Adrienne Barbeau deve ricorrere al vecchio stratagemma della macchina impantanata per creare qualche brivido, è bello rivedere Janet Leigh in un thriller dopo "Psycho" ma il suo personaggio non è poi così trascendentale, sicuramente la migliore del cast è Adrienne Barbeau che al contrario di altre sue performance in cui evidenziava una certa masculinità è questa volta indifesa ed impaurita ma non si arrende informando gli abitanti di Antono Bay dell'avanzare implacabile della nebbia con i suoi fantasmi neri come la notte che la assediano nella bella sequenza finale in cui l'azione si sdoppia tra il faro e la chiesa dove si rifugiano gli altri personaggi, in questo frangente Carpenter ottiene l'effetto migliore riempendo il set con il fumo che sale dal basso senza però rovinare le figure lugubri dei pirati fantasma efficacemente spaventevoli.

Il finale sembra un po' insensato e da l'impressione che il punto debole di questo film sia proprio una sceneggiatura inferiore ad altri lavori di John Carpenter che ha comunque firmato la solita proverbiale colonna sonora dominata da tastiere ossessive e si è concesso anche un cameo proprio nelle prime battute quando dialoga con Hal Holbrook sfoggiando i suoi immancabili baffi e capelli lunghi che lo fanno apparire più come un membro dei Country Joe and the Fish che come il regista di questo horror comunque piacevole e realizzato con professionalità.

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