Regia di Ken Loach vedi scheda film
Forse il primo film di Ken Loach che ho visto in vita mia (più o meno insieme a Poor Cow) e che mi colpì subito, per l'approccio non convenzionale al disagio mentale, visto, quanto meno in alcuni casi, come frutto del condizionamento sociale più che di una tara genetica. Gli strali di Loach si appuntano qui soprattutto contro l'istituto della famiglia, ma anche contro la psichiatria tradizionale (i cui sistemi erano oggetto di critica da parte dello psichiatra R. D. Laing, che ispirava anche alcuni testi del gruppo progressive rock dei Gentle Giant), quella degli psicofarmaci e degli elettroschock.
Lo stile di Loach è asciutto e lucido - cosa che in futuro, nel periodo dei grandi successi internazionali, non sempre gli riuscirà - nel descrivere un'inesorabile discesa agli inferi dell'annullamento psichico per una ragazza costretta dall'oppressione della famiglia a non poter vivere la propria vita appena fuori dagli schemi imposti dal perbenismo della società britannica dell'epoca. Janice diventa cavia per studenti di medicina, come fosse un fenomeno da baraccone dei tempi moderni, e Loach ci dice che la "swinging London" è molto ma molto lontana.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta