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Family Life

Regia di Ken Loach vedi scheda film

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La recensione su Family Life

di steno79
8 stelle

Janice è una ragazza che vive in un quartiere operaio di Londra, in conflitto con in genitori che decidono di condurla in un ospedale psichiatrico. Uno degli eventi che più l'hanno traumatizzata è stato un aborto, che ha subito dietro insistenza della madre. Un giovane medico, il dr. Mike Donaldson, la cura secondo metodi innovativi che ricorrono alla terapia di gruppo e ottiene buoni risultati; ma quando il medico si allontana da lei perchè non gli viene rinnovato il contratto, Janice passa sotto le cure del dr. Carswell e subisce degli elettroshock che aggravano il suo stato mentale. Quando torna in famiglia, le sue condizioni peggiorano e, nonostante un disperato tentativo di aiutarla da parte di un ragazzo innamorato di lei, la ragazza non potrà che essere ricondotta in ospedale...
Terzo lungometraggio di Ken Loach per il cinema, ispirato al dramma televisivo di David Mercer "In two minds", è chiaramente un film a tesi che si scaglia contro il sistema sanitario Britannico con i suoi metodi di cura disumani e l'istituzione familiare che si comporta in maniera fortemente repressiva nei confronti della giovane ed immatura Janice. Nonostante la sua natura di film a tesi, mi sembra un film da inserire fra i più sinceri di Loach, dove la foga polemica e l'urgenza di trasmettere un messaggio non risultano gratuite e non impediscono al film di acquisire a tratti toni mestamente poetici. La messa in scena è debitrice sia della fiction documentaria, sia del cosiddetto cinema-verità (soprattutto nelle scene dei colloqui fra medici e genitori): Loach riesce a trasmettere un forte sapore di verità a molte scene che sembrano nascere dalla vita stessa, grazie anche al notevole coinvolgimento emotivo della brava attrice protagonista Sandy Ratcliffe. Inoltre, venendo nella filmografia di Loach subito dopo il bellissimo "Kes", è un'opera che attesta la maturità tecnica del regista, in cui la fotografia a colori ha già un suo notevole risalto, pur non volendo distrarre l'occhio dello spettatore con inutili ricercatezze formali. La rabbia di Loach risulta più autentica qui che non in certi film successivi e più famosi, dove tenderà a diventare una tematica un pò troppo sfruttata e ripetuta, anche se parliamo sempre, naturalmente, di uno dei migliori cineasti europei della sua generazione.
voto 8/10

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