Regia di Ken Loach vedi scheda film
Il film d'esordio di Ken Loach, quando ancora si firmava col suo nome per intero (Kenneth) è datato 1967, e già conteneva in nuce gli elementi che avrebbero caratterizzato tutto il suo cinema: i diseredati, le periferie, la classe operaia, la giustizia. Qui siamo nei sobborghi di Londra, dove Joy (White) è costretta a crescere da sola il suo bambino, in quanto il suo compagno (Bindon), uomo dispotico e brutale, è finito in carcere. La ragazza cerca di sbarcare il lunario come può, passando dal fare la cameriera alla fotomodella, si lega a un amico del marito (Fuller), ma anche quest'ultimo, dopo un po', finisce in galera per via di un furto. Suo marito uscirà di prigione di lì a poco…
Melodramma a sfondo sentimentale tratto dal romanzo Povero amore mio di Nell Dunn, con voce off della stessa protagonista, didascalie che scandiscono il racconto come fosse una sorta di autoconfessione e intermezzi di forte impronta documentaristica che conciliano il sonno. Il cinema di Loach era ancora acerbo, ma i suoi tasselli essenziali erano già ben visibili. Indimenticabili le canzoni di Donovan che accompagnano il film.
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