Regia di Manoel de Oliveira vedi scheda film
Sono le riprese di un'opera lirica a sfondo tragico. Si tratta di un lavoro piuttosto elaborato, che esce dai confini teatrali e che per un'ora e mezza pare piuttosto logico e lineare, ma poi stupisce con un finale apocalittico e profondamente misantropico. Il girotondo degli umani-vampiri-cannibali può richiamare il finale corale felliniano (in particolare chiaramente 8 e 1/2), ma non ha nemmeno la metà di quella vitalità; è però un espediente curioso e, nell'azzardo del momento, riuscito. Cast talentuoso, regia attenta, a parte forse qualche momento nella prima metà, in cui succede poco, non si sconfina mai nella noia.
La casta Margherita ama il Visconte; lui ricambia, ma le svela il suo segreto: sul suo tronco umano sono innestati quattro arti meccanici. Lei impazzisce a quella vista, lui si getta nel camino e lei si suicida in giardino, dove la ritrova il suo amante non corrisposto, che decide a sua volta di farla finita. Intanto i parenti del Visconte, preoccupati più dell'eredità che del ritrovamento del cadavere, banchettano ignari con l'arrosto del suo corpo.
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