Regia di Elia Kazan vedi scheda film
un uomo rimette in discussione tutto della propria vita dopo un grave incidente automobilistico. tutto ciò che era prima era solo un subdolo compromesso che aveva fatto con se stesso, nascondendolo a se stesso, fino a portarlo ad odiare l'immagine di sè prima di ritrovarsi in fin di vita all'ospedale. alla soglia filmica dei 45 anni, eddie anderson(kirk) deve fare prepotentemente i conti con le sue origine e la sua giovinezza quando ancora si chiamava evangelon arness ed era figlio di un commerciante di origine greche autoritario, destinato a prendere il posto paterno. prepotentemente perchè tutto ciò che gli accade ancor prima dell'incidente, dopo aver conosciuto la bellissima gwen, lo mette in condizione di assumersene gravosamente le responsabilità. nulla di ciò che ha "conquistato" con lo status di invidiato agente pubblicitario, gli verrà risparmiato da gwen(faye). anzi qualsiasi cosa faccia, ogni passo affrontato verrà usato da colei che rifiuta la banale etichetta di amante, come una freccia che lo martirizza fino a farlo crollare coi nervi. i piedistalli sui quali si è messo, grazie anche alla moglie florence(deborah) che furente e accanitamente gli è stata accanto, si disgregano facendolo rovinare a terra e rotolare metaforicamene prima e materialmente poi negli scantinati della casa natìa, dove il padre-padrone conserva tutto della propria faticosa vita lavorativa. quella che doveva essere una storia di riabilitazione fisica da un brutto incidente, si trasforma invece in una labirintica sessione psicanalitica che coinvolge la moglie e la donna della sua vita. tratto da un romanzo dello stesso regista, quel che emerge è uno straziante quanto severo mea culpa per come si decide di indirizzare la vita. nulla di ciò che eddie ha fatto fino all'incidente soddisfa evangelon e nemmeno un tardivo riscatto con la figura paterna riesce, poichè troppi sono i non detti e i silenzi imposti da una compiacente madre, fino alla fuga da casa per diventare un pezzo grosso. film crepuscolare, scaldato da un'autunnale fotografia e sorretto dalle strepitose interpretazioni degli attori. mi rendo conto di quanto douglas sia stato un bravo attore ogni volta che lo vedo in un film. faye dunaway d'una bellezza più unica che rara è bravissima nel suo ruolo di specchio dell'anima e deborah kerr brilla in un ruolo non del tutto simpatico di compagna d'affari più che di vita. lo sa e dietro quegli occhi sgranati di lady d'altri tempi, sa far brillare mine di calcolata crudeltà.
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