Regia di Elia Kazan vedi scheda film
Sofferta riflessione di Elia Kazan, greco di Cesarea in Anatolia, il cui vero nome era Elias Kazanioglou, come è Evangelos il vero nome del protagonista Eddie Anderson. È stato definito l'Otto e mezzo di Kazan, ma qui il tono è funereo e la durata appare eccessiva, riguardo ad un racconto dominato dalle figure ingombranti del padre (Richard Boone) e dell'amante (Faye Dunaway). Il compromesso - lo dice il titolo stesso - scaturisce dall'incapacità di accettare i vincoli familiari, sia consanguinei che giuridici (il padre, la madre e il fratello, ma anche la moglie e la cognata) e dall'impossibilità di ribellarsi ad essi. In questa riflessione di un regista che era comunque rimasto scosso dall'esperienza vissuta durante il maccartismo e che raramente avrebbe ritrovato il piglio deciso degli esordi, il tono è sofferto e vi si scontrano un confuso anticapitalismo, la psicoanalisi, un insopprimibile anelito alla libertà e le prosaiche necessità finanziarie dello stile di vita americano.
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