Regia di Henri-Georges Clouzot vedi scheda film
Uno dei migliori film di Henri-Georges Clouzot e uno dei pochi film in cui Brigitte Bardot, oltre ad essere bella, sa anche recitare, per giunta in un ruolo drammatico. La vicenda viene narrata in flashback, a partire dal processo che vede imputata Dominique Marceau (B.B., appunto) per l’omicidio del suo amante, Gilbert Tellier (Sami Frey). La donna è rea confessa . Al fine di evitarle la pena capitale, il suo avvocato (Charles Vanel) non può che sostenere la tesi del delitto passionale. Tenterà pertanto di screditare la figura della vittima e di far passare la sua cliente per una ragazza ingenua e ingannata. Assistiamo così alla ricostruzione della vita di Dominique dal momento in cui aveva deciso di seguire a Parigi sua sorella Annie (Marie-José Nat), studentessa di musica al conservatorio. Annie è tanto seria ed applicata nello studio, quanto Dominique è sbarazzina e assetata di esperienze avventurose nella Ville Lumière. Non ha alcuna intenzione di trovarsi un lavoro e comincia a frequentare i suoi sfaccendati coetanei intellettualoidi della Rive Gauche. Dopo aver intrecciato relazioni più o meno superficiali con alcuni di loro, finirà con il fare innamorare di sé Gilbert, collega di studi della sorella. Fra le due donne scoppia invitabilmente il conflitto che sfocerà nell’omicidio del malcapitato. Il film si svolge quindi tra l’aula del tribunale e una splendida Parigi in bianco e nero all’inizio degli anni ’60. Protagonista nella parte del film che rievoca il passato, Brigitte Bardot deve cedere la ribalta nel corso delle udienze a due mostri sacri del cinema francese di quegli anni, il succitato Charles Vanel, avvocato difensore, e il pubblico ministero, interpretato con classe sopraffina da Paul Meurisse, entrambi già complici di Clouzot, insieme a Simone Signoret, nel film-capolavoro “Les Diaboliques” del 1954. I dialoghi tra i due sono taglienti, ironici, in punta di fioretto: una vera delizia per le orecchie. Segnalo infine, tra i giovani della Rive Gauche frequentati da Dominique, un giovanissimo Jacques Perrin - biondissimo, strafottente, simpatico – e la buona interpretazione di Sami Frey, migliore qui, alle prime armi, di quanto non sarà in seguito, quando si confronterà con attori del calibro di Catherine Deneuve, Isabelle Huppert o Yves Montand. Qui, deve tener testa a Brigitte Bardot. Sul piano recitativo è molto più facile.
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