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Porco rosso

Regia di Hayao Miyazaki vedi scheda film

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La recensione su Porco rosso

di bradipo68
8 stelle

Dopo Ponyo sulla scogliera sembra che sia partito il tappo che impediva ai film di Hayao Myazaki, autore verso il quale qui a bottega ci prostreremo sempre anche solo a sentirne pronunciare il nome, di uscire regolarmente al cinema in Italia.

Il problema è che il buon Hayao di nuovo non ha niente da proporci così ci si è messo di mezzo il cappellaio matto che regola la distribuzione dei suoi film( ma credo che abbia la parola definitiva anche su tutti gli altri vista l'evidente schizofrenia delle uscite al cinema) ed ecco a noi uscire in ordine sparso Il mio vicino Totoro, anno di grazia 1988, in questi giorni è uscito Il castello nel cielo (annata 1986 addirittura) che però se si ha ancora il cattivo gusto di avere un posto di lavoro non si può vedere al cinema dato che è programmato solo per scolaresche e casalinghe disperate, mentre alla fine del 2010 è stata la volta di Porco Rosso , anno 1992,uno dei suoi titoli più anomali, più che altro per ambientazione perchè è evidente il fil rouge che colega tra loro questo e il resto della filomografia di Miyazaki.

A torto hanno sempre paragonato il maestro giapponese a Walt Disney: in questo film un motivo almeno c'è. Il protagonista, Marco Pagot, è un aviatore trasformato in maiale antropomorfo , praticamente una specialità di casa Disney.

Marco Pagot a scanso di equivoci è uno dei migliori personaggi partorita dalla mente e dalla matita del grande Hayao: aviatore disilluso, indipendente dalla politica e apparentemente dagli affetti, in realtà come di solito succede nei film del regista giapponese, nasconde un segreto terribile( la sua trasformazione) e dolce allo stesso tempo, il suo amore per una donna che lo ricambia . Un amore negato dal fluire degli eventi. A differenza del protagonista de Il castello errante di Howl in movimento con tutta la sua dimora,a lui piace rintanarsi in un'isola dalmata tutta sole e mare. Un'oasi di pace

Ecco quindi i temi cari a Miyazaki: la trasformazione, il volo, la solitudine per la propria diversità, i viaggi, la crescita.

In questo caso però tutto è impreziosito da un'ambientazione inconsueta, l'Italia che viene omaggiata affettuosamente pur se con qualche piccola, perdonabile imprecisione.

E anche l'epoca, siamo in pieno fascismo tra Prima e Seconda Guerra Mondiale, contribuisce a dare a questo film una grazia particolare.

Tra duelli aerei e omeriche scazzottate ci si accorge che anche i pirati che all'inizio del film rapiscono bambini, non sono connotati in maniera così negativa. Anzi sono buffi e pure quei poliziotti fascisti all'inseguimento di Marco, sono più caricaturali che minacciosi.

Porco Rosso è soprattutto una storia d'amore infelice che forse verrà coronata come vuole l'aurea regola delle fiabe, forse un giorno sapremo quale incantesimo ha colpito Marco Pagot trasformandolo in un maiale.

E questo in una vicenda dai contorni così reali contribuisce a quell'alone fiabesco che circonda ogni opera di Miyazaki.

Eppure mi piace pensare a questo film come la versione cartoon di Casablanca.  Mancano solo Sam e il suo pianoforte.

Marco Pagot rifiuta imposizioni dall'alto e ogni forma di dittatura. E già questo basta a renderlo mitico.

Proprio come chi l'ha ideato e disegnato.
(bradipofilms.blogspot.com)

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