Regia di Hayao Miyazaki vedi scheda film
Diventare donna non è questione di magia, piuttosto di equilibrio, di pazienza e di una forza che solo il sesso debole può sfoderare. Ne sa qualcosa Kiki, che ha compiuto 13 anni, quindi alla prima notte di luna piena, inforca la sua scopa e se ne va: la sua natura di giovane strega prevede che si renda indipendente, scelga una città ancora sprovvista di “colleghe” e faccia il suo noviziato. I poteri magici non sono un gioco, ma una fonte di guadagno che in cambio offra un servizio alla società;?nonostante l’accoglienza freddina della località marittima che ha scelto (immaginaria eppure viva in ogni dettaglio), Kiki si rende utile facendo consegne espresso a cavallo della ramazza volante, accompagnata dal gatto nero d’ordinanza, Jiji (un comprimario irresistibile, che parli o miagoli). Non sarà una faccenda semplice, tra clienti ingrati, intemperie meteorologiche e i primi palpiti del cuore che fanno vacillare i poteri stregoneschi: la pubertà è un volo ad alta quota su un mezzo piuttosto instabile. In sala a 24 anni dalla sua realizzazione, il quinto lungometraggio di Miyazaki non è invecchiato di un giorno nel mettere in scena un romanzo di formazione di freschezza travolgente: dietro la favola di una piccola strega in divenire, ogni rossore e ogni incertezza di Kiki raccontano dell’ancor più magica trasformazione di una bimba in donna. Come nel quadro dipinto dall’amica Ursula, la mutazione è spaventosa e affascinante, e Miyazaki sa raccontarla con grazia impeccabile; dalla parte, davvero, delle bambine.
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