Regia di Hayao Miyazaki vedi scheda film
Il mio vicino Totoro è un film d'animazione del 1988, scritto e diretto da Hayao Miyazaki con le musiche di Joe Hisaishi; si tratta del secondo film dello Studio Ghibli (considerando Nausica della valle del vento, //www.filmtv.it/film/27987/nausicaa-della-valle-del-vento/recensioni/866250/#rfr:film-27987, il progetto 0 dello Studio).
Sinossi: Giappone anni Cinquanta, le piccole Satsuki (11 anni) e Mei (4 anni) si trasferiscono con il padre Tatsuo (docente universitario di archeologia) nel piccolo villaggio di campagna di Tokorozawa, nell'hinterland di Tokyo, in modo tale da essere più vicini possibili all'ospedale dove si trova loro madre ricoverata.
Le bimbe scopriranno un mondo nuovo, a tratti dominato dalla natura e non solo come dimostra il massiccio e amichevole Totoro.
Il mio vicino Totoro per quanto possa sembrare un film per bambini (qui ci ritorneremo a breve) è in realtà una produzione molto complessa ed elaborata; per prima cosa esce nello stesso anno de La Tomba delle lucciole (//www.filmtv.it/film/31022/la-tomba-delle-lucciole/recensioni/926187/#rfr:film-31022) di Takahata; due film diametralmente opposti ma allo stesso tempo complementari con una coppia di bambini/e costretti a vivere sulla propria pelle due realtà estremamente complicate (certamente Totoro è il controaltare del più drammatico e nichilista film di Takahata), ed infatti originariamente entrambi i film sono stati proiettati insieme uno di seguito all'altro ma con scarso successo (le associazioni di genitori giapponesi protestarono molto poichè i loro bimbi dopo la fantasiosa fiaba miyazakiana si sono trovati di fronte agli occhi gli orrori della guerra), Totoro comunque garantirà elevatissimi profitti allo Studio grazie soprattutto al merchandising (successo tale da far diventare Totoro il logo del Ghibli).
Concentrandoci sul film di Miyazaki è subito importante evidenziare come in realtà Totoro non sia un film per bambini ma sui bambini, con l'obiettivo primario di mostrarci la loro incredibile «potenza immaginifica» da sostenere sempre e comunque come fa in più occasioni il padre delle bimbe, e la regia sobria ed elegante del maestro Miyazaki lo conferma benissimo; non di rado ci troveremo ad ammirare campi totali con la macchina da presa fissa ad altezza tatami ,richiamando Ozu, quindi una visione ad altezza bambino dove le più piccole "schiocchezze" possono apparire, per un bimbo, come un evento maestoso (pensiamo ad esempio al brevissimo frangente in cui nuotano i girini, oppure quando Mei e Satsuki esplorano la casa nuova).
Sempre a proposito della regia, ed in particolare modo all'incredibile cura formale delle immagini, traspare l'amore del regista verso la natura; un vero e proprio paradiso terreste sempre più difficile da trovare nella moderna Tokyo, a tal proposito riporto una breve battuta di Tatsuo: «In un tempo passato uomini e alberi erano amici». Qui molto probabilmente Miyazaki allude alla massiccia urbanizzazione del Giappone contemporaneo, alla fin fine in tutti i suoi film è possibile trovare dei sottotesti critici verso la società attuale.
Guardando Totoro è difficile rimanere impassibili alla maestria di Miyazaki nell'amalgamare elementi fantatsici ed incredibilmente fantasiosi (il gattobus) a frangenti contraddistinti da un realismo estremo sia nelle scenografie [le incresprature dell'acqua, i singoli fili d'erba, essenziale il lavoro di Kazuo Oga, alla prima collaborazione con lo studio] sia nella narrazione [i bambini quando apprendono che loro madre dovrà restare ancora in ospedale].
A proposito della narrazione ci troveremo di fronte ad una serie di elementi che si ricollegano tanto ai grandi classici fiabeschi europei, quanto a storie locali, ad esempio viene citata la favola giapponese de Il granchio e la scimmia.
Il mio vicino Totoro presenta inoltre diversi temi che verrano riproposti in altri film Ghibli, a partire dal ruolo centrale della figura femminile; qui oltre alle due bambine protagoniste, risulta determinante la figura della "nonnina" che aiuterà in più occasioni le piccole.
Continuando con le tematiche è possibile evidenziare lo spirito comunitario degli abitanti del villaggio (quando si uniscono a trovare la piccola Mei), fino ad arrivare al rispetto/amore verso la natura e gli animali; Mei è incredibilmente entusiasta nell'ammirare i girini nuotare oppure pensiamo al suo primo incontro con Totoro.
Piccola curiosità: il film è in parte autobiografico poichè anche Miyazaki da bambino, insieme ai suoi fratelli, è stato costretto a vivere per molto tempo lontano da sua madre, ricoverata in ospedale a causa di una tubercolosi spinale.
Film senza tempo, fondamentale per lo Studio e di conseguenza per l'animazione giapponese.
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