Regia di Hayao Miyazaki vedi scheda film
miyazaki va anche riguardato, digerito, riguardato perchè un coglione come me può pensare che solo perchè è arrivato con più di vent'anni di ritardo non ci sia più niente di nuovo da vedere in un suo film. la cruda e crudele realtà porta un padre con le due figlie a recarsi in una casa in una zona rurale del giappone per stare vicino alla moglie ricoverata in ospedale. in una casa un pò decrepita, ma ai piedi di un bosco dominato da un millenario albero di canfora. il padre cerca in ogni modo di non fare sentire la pressione della malattia della mamma(che viene taciuta)alle sue bimbe e le bimbe(una da scuola elementare e una di 4 anni)vivono la nuova avventura del trasloco in quel luogo incantato come una scoperta che naturalmente inizia subito magicamente coi nerini del buio quando entrano nella casa. la magia di miyazaki è quella di rendere tattile e viva l'infanzia a spettatori come me che magari se la dimeticano. tutto nei suoi film è magia, dalle già citate nuvole ai meravigliosi sguardi di meraviglia misto paura delle bimbe a contatto con spiriti che non hanno nulla di malvagio, come nella scena serale alla fermata dell'autobus. le bimbe ferme ad aspettare l'autobus, totoro che arriva per aspettare il.... gattobus, per dio cos'altro!!!!!????? ma miyazaki, la sua grandezza per me, ti culla con la meraviglia senza farti mai uscire del tutto dalla realtà. bisogna coltivare il senso del meraviglioso, ma senza dimenticare di essere in un mondo di guerre e malattie. e ce lo ricorda in una stupenda scena colma di drammaticità quando la mamma non può tornare a casa. viva miyazaki, ora e sempre.
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