Regia di Hayao Miyazaki vedi scheda film
Non solo uno dei più grandi film d'animazione di tutti i tempi ma vero e proprio capo d'opera che supera i confini del puro e semplice cinema per consegnarsi alla Storia dell'Arte. Uno dei motivi per cui valga la pena vivere
Una volta, François Truffaut disse causticamente che alcuni registi, come Michelangelo Antonioni, si ostinavano a fare poesia quando il cinema, invece, era prosa
Caro François, ti voglio un bene immenso ma su Antonioni avevi torto.
E, se un tumore al cervello non ti avesse strappato alla vita ad appena 52 anni, forse avresti avuto la possibilità di ricrederti guardando questo capolavoro di Miyazaki.
Non si tratta semplicemente di uno dei più grandi film d'animazione mai realizzati ma di un'opera d'arte totale che, indagando il registro dell'infantile come forse solo Charlie Chaplin e Walt Disney avevano saputo fare prima d'allora, tocca più volte le vette del sublime.
Il lavoro sui colori di Nobuko Mizuta viaggia su lunghezze pionieristiche e, per vividezza, freschezza e varietà, rappresenta probabilmente il più alto risultato che l'animazione tradizionale abbia cromaticamente mai raggiunto, tanto ad Oriente quanto ad Occidente. Un tripudio estetico, raggiunto paradossalmente con le armi del minimalismo e lontanissimo dalla ricchezza fastosa di Nausicaä, di bellezza indescrivibile.
Quando le due sorelline si uniscono ai tre spiriti nella danza notturna che accompagna la rapidissima crescita di un albero gigantesco, poesia e prosa si toccano, sogno e realtà si sposano felicemente e la colonna sonora di Joe Hisaishi regala momenti di pura commozione.
Che tutto questo sia stato raggiunto partendo da una ghianda trovata per caso ma gioiosamente accolta come solo i bambini sanno fare è indice di mirabile coerenza narrativa oltreché di puro ed irraggiungibile genio.
Anche se era un sogno… non è stato un sogno
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