Regia di Hayao Miyazaki vedi scheda film
AL CINEMA
I sogni e la fantasia infantile aprono la via per generare personaggi e creature che aiutano l'individuo a superare momenti di tensione legati ad incertezze e problematiche che la vita troppo spesso mette dinanzi a sentieri apparentemente ben spianati verso soluzioni vicine alla perfezione e all'armonia.
La sensibilità e la fantasia che caratterizza le due sorelline Satsuki e Mel, si trasformano nella formula ideale che aiuta entrambe a superare l'assenza di una madre malata proprio nel periodo in cui il padre è impegnato nel trasferimento presso la nuova casa di campagna della famiglia.
Tutto nasce dalla mente aperta della piccola Mel, che avvista alcune creature fantastiche preseti nel sottobosco della nuova grande dimora che li vede accogliere le due sorelle ed il padre.
Tra questi personaggi di un mondo che non può che appartenere alla dimensione fantastica più sofisticata e benevola, appare il goffo e bonario spirito buono della foresta, che la piccina soprannomina Totoro, e che si presenta come un essere gigantesco e peloso, sgraziato ed un po' goffo, ma altruista e di buon cuore, che riuscirà ad aiutare non poco le due bimbe nel periodo in cu la madre è ricoverata in ospedale e loro devono cercare di adattarsi alla nuova situazione, al nuovo mondo, senza creare difficoltà ad un genitore già di per sé piuttosto impegnato a mantenere ordine tra le incombenze della nuova dimora e l'assenza di una figura determinante come quello della madre.
Il mio amico Totoro, arrivato in sala da noi solo nel 2009 pur essendo stato disegnato e girato nel 1988, rimane uno dei film più noti ed apprezzati del grande maestro nipponico Hayao Miyazaki, che non perde occasione per mostrare tutta la propria sensibilità di narratore nel rappresentare le vicende intime di due ragazzine nel momento in cui, loro malgrado, le due sono costretta a fare a meno di una figura apicale come quello della madre.
La natura ed il ritorno alle cose semplici è ancora una volta una delle tematiche trainanti del bellissimo cartoon, attraverso cui il celebre disegnatore non rinuncia a trattare apertamente le paure che attanagliano un popolo e la società, ovvero, principalmente, la tematica della sparizione immotivata e dell'ansia che ne consegue nella ricerca dei propri cari mentre si rivelano dispersi.
Esilarante la figura del Totoro grugnante e diversamente abile in una retorica tutta sua, mentre non meno privo di fascino risulta il funzionalissimo bus volante a forma di gatto che aiuta non poco la sorella maggiore Satsuki a ritrovare la dolce e curiosa sorellina.
Totoro è un film che fa impazzire di gioia i bimbi e che resta nel cuore anche agli adulti dotati di sensibilità e di voglia di provare il piacere delle cose semplici.
Sentimenti che troppo spesso esulano dal mondo caotico e superficiale degli adulti, protesi invece, in questo contesto reso puro da una presenza materna e benigna della natura, e farsi prendere dal mondo della fantasia sfrenata tipica del suo ispirato autore ed illustratore, per imparare ad emozionarsi dei singoli gesti, e delle single situazioni interpersonali che consentono ad ognuno di rapportarsi con il mondo delle cose.
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