Regia di Hayao Miyazaki vedi scheda film
Laputa - Castello nel cielo è un film d'animazione giapponese del 1986 scritto e diretto da Hayao Miyazaki e prodotto da Isao Takahata. Il film è ispirato al romanzo I Viaggi di Gulliver di Jonathan Swift.
Sinossi: La giovanissima Sheeta è tenuta prigioniera dall'esercito di una sconosciuta nazione europea.
Lei è sotto stretta sorveglianza dell'agente segreto Muska, il quale vuole impadronirsi di una pietra rara e preziosa, appartenente alla giovane, grazie alla quale è possibile sprigionare un potere arcaico. Sheeta dopo l'attacco di alcuni pirati del cielo riuscirà a liberarsi ed inconterà casualmente Pazu, giovane minatore dall'animo nobile, ed insieme inizieranno un'avventura magnifica ma ricca di insidie e difficoltà...
Il 1986 è un anno alquanto particolare per l'animazione giapponese poichè oltre all'ennesimo film su Doraemon (gatto spaziale amatissimo dai bimbi giapponesi e non solo) oppure al primo film su Dragon Ball (inaugurando un franchise redditizio ancora oggi seguito) uscì il primo film dell Studio Ghibli diretto da Miyazaki (al suo terzo lungometraggio).
L'allora quarantacinquenne regista di Tokyo, già veterano del settore visto la sua lunga esperienza alla Toei, porta avanti in maniera lucida e poetica il suo personalissimo discroso tematico iniziato nel 1984 con il fatidico progetto 0 dello Studio ossia quel capolavoro di Nausicaa della valle del vento.
L'inizio in medias res vale più di mille parole. Un'aereonave sfrazosa durante un volo notturno viene improvvisamente attaccata da alcuni strani veicoli aerei appartenenti ad una nota squadra di pirati, capitanati dalla temibile ed anziana megera Dola.
I pirati subito dopo aver attraccato l'aereonave ed essere saliti a bordo, danno avvio ad una combattutissima e serrata battaglia con l'obiettivo di rubare una strana pietra posseduta da una ragazzina tenuta in ostaggio da uomini armati dell' esercito; quest'ultima sfruttando il trambusto generale riesce a liberarsi dalle grinfie del capitano Muska librandosi magicamente in volo.
Il primo film dello studio Ghibli non poteva non iniziare così: immersi in un cielo composto da meravigliose nuvole attraversate da una serie di aerei dalle dimensioni e design più disparati di matrice steampunk, il tutto condito da una battaglia entusiasmante dove almeno inizialmente non ci sono buoni, anzi coloro che ufficialmente dovrebbero proteggere i cittadini (l'esercito) oltre ad aver rapito una bimba non si preoccupano minimamente della sicurezza dei passeggeri ed usano armi da fuoco letali; al contrario i pirati (sulla carta i cattivi) ricorrono a strumenti non-letali come fumogeni.
Ritorniamo comunque a parlare del cielo, del volo e dei mezzi volanti. Aspetti imprescindibili nella poetica del maestro Miyazaki qui rappresentati magnificamente ed epicentro dello sviluppo narrativo.
Il volo nel cinema miyazakiano è un atto liberatorio, politico e naturale come dimostra la giovane Sheeta che riesca, senza volerlo, a librarsi soavemente sfuggendo così dalle grinfie dei cattivi.
Riguardo al concetto di cielo invece deve essere inteso come una sorta di luogo idilliaco, spazio puro che rischia tuttavia di contaminarsi con il contatto dell'uomo; l'isola del cielo manovrata in passato da esseri umani quasi divini diventa un'arma di distruzione di massa mentre quando la presenza umana si estingue si trasforma in una sorta di paradiso dove natura e animali convivono in armonia.
Volo e cielo nonostante la loro valenza ed importanza nel corpus miyazakiano qui sono solamente la punte dell'iceberg poichè è possibile individuare già tutto ciò che interessa all'autote nipponico.
Uno degli aspetti meno citati riguardo l'analisi di quest'opera d'arte inestimabile ma presente ed importante sia per l'autore sia per molti altri registi suoi coetani è il rapporto padre-figlio.
Nel cinema di Miyazaki i suoi giovani protagonisti sono quasi sempre senza padre e non fanno eccezzione Pazu e Sheeta, tuttavia attraverso dei flashback noi veniamo a conoscenza del passato del padre di Pazu; uno stoico avventuriero il cui obiettivo era scoprire e dimostrare l'esistenza della città del cielo Laputa.
Pazu ricorda con affetto e ammirazione il padre ed è proprio da lui che ha appreso la determinazione nel voler scoprire l'isola di Laputa però è innegabile come il loro raporto sia stato complicato e compromesso dal lavoro del genitore che lo teneva spesso lontano da casa ed il tutto richiama la relazione tra Hayao stesso e suo padre celebre ingegnere.
L'elemento autobiografico è rievocato pure dal nome della megera Dola; anche la madre di Hayao si chiamava così e l'energia di questo personaggio può essere letto come una sorta di omaggio alla forza intrinseca della madre costretta per molto tempo a letto a causa di una malattia (in futuro Miyazaki omaggerà nuovamente la madre ne Il mio vicino Totoro).
Dal rapporto padre-figlio passiamo alla critica antimilitarista, minuto dopo minuto sempre più esplicita. L'esercito e per estensione coloro che detengono il potere sono uomini pericolosi mossi solo dall'avidità e cupidigia.
Un altro topos immancabile nel cinema di Miyazaki è l'importanza della natura, fonte primaria di vita da preservare e mantenere; la natura secondo Miyazaki è in grado di sopravvivere a tutto e pensiamo all'isola di Laputa ormai deserta ma con una vegetazione fitta e resistente.
Laputa- Il castello nel cielo è inoltre un film femminista e non mi riferisco solo alla co-protagonista Sheeta, coraggiosa e leale ma soprattutto all'evoluzione di Dola personaggio si arrivista poichè consapevole di vivere in una società corrota tuttavia quando incontra due ragazzi puri come Sheeta e Pazu non ci penserà un attimo ad aiutarli.
Dola è inoltre la "capa" dei famigerati pirati del cielo, condottiera rispettata sempre in prima linea assieme ai suoi uomini che poi scopriremo essere anche i suoi figli.
Un altro elemento presente che ritroveremo spesso sono il ruolo cardine degli anziani; Sheeta con un falshback ricorda sua nonna, la quale la aiutò molto in un momento di sconforto; anziani saggi sempre pronti ad indirizzare sulla retta via i più giovani.
Parlando di Laputa - Castello nel cielo è impossibile non menzionare l'ambientazione ed il paesaggio ricco di dettagli dai treni a vapore alle caverne di carbone; il lavoro svolto da Miyazaki è ineccepibile e le varie architetture ricordano certi villaggi minerari gallesi.
Il regista stesso visitò quei luighi nei primi anni Ottanta, periodo in cui si svolserò svariati scioperei dei minatori e Miyazaki rimase molto colpito dalla risolutezza e unione di questi uomini ed il tutto è riportato nel film.
Incantevole anche l'isola nel cielo, scenario post-apocalittico dominato dalla natura dove trova anche spazio una tecnologia misteriosa, forse aliena.
Il primo film dello Studio Ghibli riesce a far sognare tutti, dai bimbi ad un pubblico adulto e allo stesso tempo incalza lo spetattore a riflettere su questioni importanti senza però rinunciare al puro intrattenimento fantastico.
Film storico.
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