Regia di Hayao Miyazaki vedi scheda film
Sospeso in uno spazio senza tempo, Il castello nel cielo è un criss cross fatale di cinema, letteratura, pittura, storia. Memoria e visioni future si danno appuntamento sull’isola che non c’è, Laputa, che fluttua tra I viaggi di Gulliver e Magritte, tra le fortezze volanti di Mahabharata e il Pianeta Pandora di Avatar, luogo della poetica di Hayao Miyazaki, autore totale di questo primo lungometraggio d’animazione dello Studio Ghibli. Al suo esordio nelle nostre sale grazie alla Lucky Red, dopo la breve apparizione in dvd e con il nuovo doppiaggio supervisionato dallo Studio giapponese, il cartoon distilla tutta la potenza creativa del regista di Il mio vicino Totoro. L’avventura dell’adolescente Sheeta, discendente reale del castello avvolto tra le nuvole, e di Pazu, il piccolo minatore gallese (in omaggio alle lotte anti Thatcher dell’epoca) è cosparsa di segnaletiche antimilitariste e dell’amore di Miyazaki per il conflitto aperto scienza/natura, con i suoi meravigliosi congegni alati, i flaptor, cavalcati da pirati buoni, gemelli dei “Mamma aiuto” di Porco rosso. Esercito e corsari si contendono Sheeta e la sua pietra magica per impadronirsi di Laputa e saccheggiarla dei suoi tesori, ma il “castello nel cielo” resisterà all’arrembaggio, difeso da grandi, flessuosi robot, Frankenstein dal cuore di zucchero. Suspense, azione, malinconia, e al centro un immenso “albero della vita” dalle radici protese verso le stelle.
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