Regia di Edgar Reitz vedi scheda film
“Heimat 2 – Cronaca di una giovinezza” è un film lungo una vita intera, un libro raccontato attraverso le sue immagini da far proprie da episodio in episodio, un quadro nel quale sciogliersi, una giovinezza terminata un'altra cominciata, un mosaico dove ad ogni personaggio spetta la propria personale ribalta, un attento sguardo sul concetto nascere-vivere-morire... forse risorgere (Villa Fuchsbau), un tentativo di giocare con la libertà, è Storia e storie, costruzione d'arte, il punto di arrivo della "semplicità complessa" al cinema (Antoine Doinel + Kieslowski, andando oltre), speranza e disillusione (ad ognuno la propria sconfitta) di sogni infranti, l'essenza e l'essenzialità del cinema, la minuziosa analisi di ogni sentimento possibile, un bilancio di un decennio cardine e forse di un intero secolo, un tentativo di approfondire e vivere il Tempo (perduto, acquisito, mai afferrato) e le sue coordinate, una vita e tutte le vite. "Die zweite Heimat" è la vita tutta.
Si fa un tutt'uno con le esperienze del suo personaggio, fino a farlo sembrare un nostro fratello. E' tutto dire.
Un maestro. Il suo monumentale "Haimat" non ha paragoni nella storia degli audiovosivi. Questa seconda parte ha travolto il sottoscritto in maniera indicibile: non è soltanto il miglior film degli anni '90, ma è un'esperienza che bisogna affiancare alle poche solite vette della storia del cinema. Non è possibile chiedere di più a quest'arte.
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