Realizzato dalla Edgar Reitz Filmproduktion fra il 1979 e il 2006 (30 capitoli, 55 ore di durata), Heimat è un’immensa saga sulla storia della Germania che copre un arco di tempo che va dal 1919 all’inizio del terzo millennio. Da Schabbach, paesino immaginario della Renania, regione d’origine del regista, e con ampie sezioni a Monaco e Berlino, attraverso le vicende della famiglia Simon, Reitz segue l’evolversi della storia tedesca, le sue tragedie e le profonde trasformazioni vissute nell’arco di un secolo. E’ una complessa ricostruzione della memoria storica alla ricerca delle radici più profonde dell’anima tedesca, lacerate dagli eventi del XX secolo. Il punto di vista adottato è quello degli “umili”, gente comune protagonista della storia più vera di un paese, e la rifondazione dell’autentico e profondo concetto di Heimat che ne deriva è in forte contrasto con le edulcorate celebrazioni degli Heimatfilm, a lungo presenti nella cinematografia tedesca, dagli anni del nazismo fino agli anni ‘50. L’opera è divisa in tre sezioni e un epilogo: Heimat - Una storia tedesca; Heimat 2 -Storia di una giovinezza; Heimat 3 - Cronaca di una svolta epocale; Heimat Fragmente.
Ritengo sia inutile aggiungere lodi ad un'opera straordinaria sulla quale penso sia già stato detto tutto. Voglio solo precisare che la mia è stata una visione molto tardiva e sono rimasto letteralmente sbalordito dalla modernità delle immagini, della struttura narrativa e dell'uso della colonna sonora, a quasi quarant'anni dalla sua realizzazione.
E bravo Edgar Reitz! L’essere riuscito nell’ardua impresa di conferire dignità e prestigio all’aborrita “fiction televisiva”, vero e proprio incubo per ogni cinefilo che si rispetti, non è certo impresa da poco se solo ci soffermiamo ad analizzare tutti i guasti da essa procurati al cinema italiano per mezzo delle numerose propaggini cinematografiche che continuano ad espandersi,… leggi tutto
Dopo innumerevoli, forse prosaiche, forse stancanti, forse vetuste, liste di "migliori film", "migliori film misconosciuti" ecc. ecc., poteva forse mancare un'ulteriore arrogantissima lista della Migliori Serie…
A proposito di collassi e insorgenze spaziotemporali, diorami animati delle ere, pseudopodici cronosismi, convergenze pluridimensionali parallele, multiversi coabitanti, paratesti geografici, risonanze…
Il titolo (forse un po' troppo altisonante) di questa playlist ne racchiude il suo scopo: catalogare alcune opere meritevoli (sia classiche che moderne) le quali, per un motivo o per un altro, rischiano di rimanere…
“Finisco le mie lettere dicendo Écr. l’Inf. [= Écrasez l’Infâme, schiacciate l’infame (il Fanatismo Religioso)], così come Catone diceva sempre Delenda Carthago! [=…
Carissimi coutenti, mi sento in dovere di ringraziarvi tutti per l’inaspettata adesione a quella che normalmente si dovrebbe definire recensione ma che, nel caso specifico, sarebbe più opportuno ritenere…
Mancanti:
- Day & Night (2010)
- La commune (Paris, 1871) (2000)
- A Close Shave (1995)
- Marketa Lazarová (1967)
- Kiga Kaikyô (1965)
[lavori in corso]
(doveroso avviso ai naviganti: questa play è il clone di un'altra postata ieri e ingoiata dalle fiamme di non so quale Inferno. Non è escluso che quella prima o poi riappaia come Leviathan, o che sparisca…
Perchè il cinema è visione, non narrazione
qui raccolgo i film inarrivibili - delle storie che raccontano non mi interessa nulla, alle immagini che contengono non posso rinunciare!
Dopo di questo evento il Cinema non avrà più alcun senso di esistere, o forse rinascerà in maniera definitiva, una volta per tutte. il 31 gennaio del 2020 sarà proiettato il film di Anders Weberg, "Ambiancé". Il…
I film che trattano anche di guerra, lungo tutta la pellicola o in una sola scena, senza, "mai", mostrarla.
A s-proposito di Guerra, in "2001: a Space Odyssey" : le ossa del tapiro-capibara ri-utilizzate come…
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Commenti (1) vedi tutti
Ritengo sia inutile aggiungere lodi ad un'opera straordinaria sulla quale penso sia già stato detto tutto. Voglio solo precisare che la mia è stata una visione molto tardiva e sono rimasto letteralmente sbalordito dalla modernità delle immagini, della struttura narrativa e dell'uso della colonna sonora, a quasi quarant'anni dalla sua realizzazione.
commento di ssiboni